Perché Ryanair ha un problema con i piloti (sì, è una questione di stipendi)

La compagnia aerea low cost soffre della concorrenza delle altre compagnia asiatiche che offrono contratti molto più convincenti. Intervista a Andrea Giuricin

La compagnia aerea low-cost Ryanair aveva cancellato 2.100 voli da metà settembre a fine ottobre, ma pochi giorni fa ha comunicato che estenderà le cancellazioni fino a marzo 2018. Ben 400 mila passeggeri dovranno perciò modificare i loro piani di viaggi. Il problema, spiega a tempi.it Andrea Giuricin, docente di economia dei trasporti all’Università di Milano Bicocca, riguarda la grave carenza di piloti nel personale di Ryanair, che quindi si ritrova con diverse tratte scoperte. «Questa carenza ha diverse cause. Tra le principali, a mio parere, rimane da tempo il problema del sottopagamento dei piloti» spiega Giuricin. «Il mercato dei piloti è molto concorrenziale, soprattutto per quelli del Boeing 737-800, l’aereo di Ryanair e il più utilizzato al mondo. Negli ultimi tempi le compagnie aeree asiatiche, in forte crescita, stanno ricercando nuovi piloti e offrono contratti vantaggiosi, decisamente più allettanti di quelli offerti da Ryanair».

Gli stipendi di cui si sta parlando, ricorda Giuricin, sono molto alti: in Ryanair i piloti sono pagati indicativamente tra i 4 mila e i 6 mila euro al mese, in Easyjet tra i 7 mila e i 16 mila e in Alitalia tra i 2 mila e i 10 mila euro. «Relativamente a questo mercato, gli stipendi di Ryanair non sono competitivi». Nella maggior parte dei casi i piloti della compagnia Low cost non sono dipendenti, ma assunti tramite agenzie esterne. «L’esternalizzazione è molto comune nel trasporto aereo e anche in altri settori, però se questa forma contrattuale ha il vantaggio di una maggior flessibilità e di costo da parte della compagnia (che risparmia), d’altra parte la fidelizzazione dei dipendenti è molto minore. Quindi per convincerli a rimanere bisogna incentivarli economicamente».

I piloti sono molto ricercati perché sono una figura professionale specializzata difficile da sostituire, a differenza del resto della crew. Anche gli assistenti di volo si sono più volte lamentati per il trattamento a loro riservato da Ryanair: oltre a non essere assunti, devono procurarsi a proprie spese le divise, pagare i corsi di formazione e non hanno organizzazioni sindacali. «Il problema di hostess e stuart in realtà è molto limitato per la compagnia perché non hanno competenze specifiche, si formano in breve tempo e sono risorse facilmente reperibili sul mercato. Per i piloti è tutto il contrario, per questo occorre molto tempo alle compagnie aeree per trovarli».
Mesi fa Guiricin, dalle colonne di diversi quotidiani, aveva messo in allerta sulla carenza di piloti nelle flotte Ryanair, avvertendo che bisognava muoversi per tempo. «Fare offerte convincenti per trovare piloti richiede dei cambiamenti nei piani della compagnia. Ma Ryanair non ha agito subito e questo problema andrà avanti anche dopo marzo perché non è facilmente risolvibile».

Il piano di sviluppo di Ryanair è venuto così a mancare, dice Giuricin: la compagnia ha rivisto al ribasso le stime per la crescita dei passeggeri (si programmava di passare da 120 milioni a 131 milioni di passeggeri, invece si arriverà solo a 129 milioni) e l’entrata in flotta di nuove aeromobili. Ha inoltre recentemente annunciato di non essere più interessata all’acquisto della compagnia italiana Alitalia. «È un grave problema di immagine perché a subirne le conseguenze saranno sia i lavoratori sia i clienti. E ovviamente è un problema di business che li costringerà a rivedere i loro progetti». Bisogna però considerare, sottolinea il professore, che «Ryanair rimane la compagnia più solida da un punto di vista finanziario: il margine operativo sui ricavi, l’anno scorso al 23 per cento, sicuramente quest’anno è destinato a scendere, ma a Ryanair rimarranno comunque ricavi miliardari».

@fra_prd

Foto Ansa

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