L’indignazione mi è scappata di mano. Perché è finito il grande amore fra i grillini e Rizzo&Stella

Botta e risposta tra il giornalista autore de La casta e i grillini. Eppure proprio quel libro è all'origine della fortuna del M5S, con un'operazione politica studiata a tavolino

Il Movimento 5 Stelle si oppone al taglio di sprechi e stipendi previsto dal Pd e dal presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti. Lo ha scritto Sergio Rizzo sul Corriere della Sera. L’autore de La casta loda Zingaretti, che deve combattere contro «l’ostruzionismo feroce» dei grillini, colpevoli di opporsi in Consiglio alla fusione di «cinque società» partecipate dalla Regione, impedendo alla sinistra di tagliare «32 poltrone» e di ottenere «un risparmio, dicono, di 3 milioni».

«TUTTE MINKIATE». «Sono tutte #minkiate. No #macchinadelfango», replica su twitter, Davide Barillari. Il capogruppo grillino al consiglio Regionale non si lascia intimorire dal confronto con il coautore de La casta. L’articolo di Rizzo, scrive Barillari, è «paradossale e falso», «una difesa d’ufficio del beneamato (nella redazione del Corriere) presidente della Regione Lazio Zingaretti». Già, perché secondo i 5 Stelle, Rizzo avrebbe «interessi targati Pd» che collimano con quelli degli inserzionisti di pubblicità del quotidiano di via Solferino. Rizzo è «un apologeta della casta», prosegue Barillari: «La legge “taglia-poltrone”, così come è voluta dalla maggioranza, non taglia dirigenti e costi ma li sposta in un unico carrozzone, affidato alla guida di un fedelissimo, con assenza di risparmio per le casse regionali». In pratica, l’operazione della giunta di sinistra a guida Zingaretti avrebbe come obiettivo il potere e non i risparmi.

LA CASTA. Non è il primo scontro fra grillini e giornalisti d’inchiesta. Anche Milena Gabanelli, ex candidata alla presidenza della Repubblica del Movimento, finì nel mirino di Beppe Grillo per un’inchiesta giornalistica. La curiosità che desta questo nuovo scontro è che Rizzo, insieme a Gian Antonio Stella, è stato uno dei padri “morali” del Movimento 5 Stelle. Rizzo, proprio come Grillo, ha sempre sostenuto la necessità di sbarazzarsi di partiti che considera «vecchi». All’epoca della prima edizione de La casta, nel 2007, furono molti i meetup grillini a promuovere incontri con lui e Stella. Ancora nel 2012, Rizzo affermava che il Movimento, a Parma e poi altrove, aveva «contribuito a far emergere una situazione inaccettabile», la stessa situazione politica ed economica che lui e Stella avevano denunciato. Cosa è cambiato fra Rizzo e i grillini da quando il Movimento 5 Stelle è arrivato al potere?

OPERAZIONE SBAGLIATA. “Ciclone Grillo, genesi e ascesa di un movimento”, scritto nel 2013, è una pubblicazione Rcs, firmata da Rizzo e da altri giornalisti. Quello che il libro non riporta, a proposito della genesi grillina, è la confessione che fece l’ex vicedirettore del quotidiano di via Solferino, Massimo Mucchetti a Italia Oggi, l’11 aprile 2013. A proposito della lotta contro gli sprechi condotta sul Corriere da Rizzo e Stella, Mucchetti spiegò che nacque da «un’intuizione giornalistica penetrante dell’allora direttore, Paolo Mieli». Le inchieste dovevano supportare «una campagna politica che, mettendo in luce le debolezze reali del governo Prodi, puntava sui tecnici che avrebbero dovuto avere alla loro testa Montezemolo». «Una grande idea giornalistica, una piccola idea politica», commentò Mucchetti. «Alla fine, complice una politica cieca, la guerra alla Casta senza la capacità di proporre alternative reali ha generato il Movimento 5 Stelle», concluse l’ex vicedirettore del Corriere e oggi senatore del Pd.

DEGRADO MENTALE? «L’indignazione, quando diventa letteratura politica, sempre degrada la mente. Non c’è alcun coraggio nell’oltranza dell’indignazione». Lo scriveva Francesco Merlo nel 2002, sul Corriere della Sera. Sono passati undici anni, Merlo non è più al Corriere e, del mito delle aristocrazie illuminate, rimane poco. L’indignazione, che come dice Mucchetti, doveva portare all’incoronazione dei tecnici, è sfuggita dalle mani dei suoi utilizzatori ed è andata per conto proprio. Non solo ha incoronato il comico Beppe Grillo, il leader più distante dalle ipotesi del Corriere, ma ha anche imposto la sua faccina su tutti gli articoli online del quotidiano di via Solferino. Uno sberleffo. Come lo è appunto quello subito dallo scrittore anti-casta, Rizzo, definito oggi come «apologeta della casta» dai suo lettori indignati.

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