Per don Fabio, che è entrato nel destino di eternità

«“Un prete deve sempre dare testimonianza” mi disse una volta». Le parole del cardinale Scola per le esequie di don Fabio Baroncini

Don Fabio Baroncini (sinistra) in un’immagine recente assieme al cardinale Angelo Scola (destra)

Pubblichiamo la lettera inviata dal cardinale Angelo Scola per le esequie di don Fabio Baroncini.

Per Don Fabio

Carissimi,

ci accingiamo a prendere congedo terreno da Don Fabio.

Lo conosco da una vita. La nostra amicizia, fin dai 17-18 anni, non si è mai interrotta e continua tuttora. Certo, in forma diversa. Don Fabio è entrato definitivamente nel destino di eternità. Nella morte ha incontrato l’abbraccio di Cristo che è venuto a prenderlo. In questa prospettiva dobbiamo vivere il rapporto con lui, ora più reale che mai. Misteriosamente i nostri cari trapassati continuano a comunicare con noi, anche se spesso ci trovano distratti. La preghiera, l’inesausta domanda di conversione e la vita della comunità sono la strada per essere ora con Don Fabio. La sua testimonianza, cifra decisiva della sua personalità, ci aiuterà in questo. È impressionante ricordarne in questo momento la ferma determinazione a partecipare alla Messa e a tutti gli altri gesti pubblici, pur piegato dal morbo che avanzava inesorabile. “Un prete deve sempre dare testimonianza” mi disse una volta, in cui avevo tentato di dissuaderlo. E non ammise repliche.

L’immensa schiera di persone di ogni età e provenienza che sta partecipando al dolore per la sua dipartita ha riconosciuto in Don Fabio il timbro inconfondibile del testimone fedele, come l’Apocalisse definisce Gesù. Quante comunità, quante persone Don Fabio ha beneficato! Giovani e adulti, fidanzati, sposati, sacerdoti, uomini e donne bisognosi di essere aiutati a cogliere il senso cristiano del vivere attraverso la vocazione specifica a cui Dio li chiamava. Non è necessario ricordare in questa sede le sue qualità umane legate ad una famiglia di solida roccia valtellinese. Né soffermarci sulle sue grandi doti educative, tanto meno sul suo carattere deciso, amante della verità e della libertà.

Ora dobbiamo lasciare che Gesù lo porti al Padre, con la compagnia della Vergine Maria e dei Santi, per introdurlo nella casa piena di porte aperte che è la Santissima Trinità. La sua anima, centro e forma dell’io, lo porta con sé in questo viaggio, in attesa della resurrezione nel suo vero corpo.

A noi la responsabilità di raccoglierne l’eredità per il bene della Chiesa, del Movimento di Comunione e Liberazione e di tutta la società. Essa nel frangente di travaglio che stiamo vivendo e la Chiesa stessa hanno bisogno di testimoni come Don Fabio. Questo compito adesso tocca a noi.

Una speciale benedizione

+ Angelo Card. Scola

Imberido di Oggiono, 23 dicembre 2020

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