Parmitano, il primo italiano che porta la “sicilianità” a spasso nello spazio [link url=https://www.tempi.it/videogallery/parmitano-intervista-esclusiva-del-primo-italiano-nello-spazio#.UadhvmROpyQ]Video[/link]

Luca Parmitano è nato e cresciuto in Sicilia e quattro giorni prima di partire ha rilasciato questa intervista a una tv locale: «Ho sognato questo momento fin da bimbo»

Da ieri un italiano “passeggia” nello spazio: è il siciliano Luca Parmitano, 36 anni, il primo a partire dal nostro paese. Parmitano sognava di fare questo lavoro sin da bambino, quando guardave le stelle sotto il cielo dell’Etna: viene infatti da Catania, dove è cresciuto e ha frequentato il liceo, prima di trasferirsi a Napoli per la laurea in scienze politiche all’università Federico II  e per il diploma all’Accademia aeronautica di Pozzuoli (nel 2000).
Oggi Parmitano è sposato con l’americana Kathy (conosciuta al liceo, quando per un anno ha studiato con una borsa di studio in California), e padre di due bambine: vive a Houston, vicino alla base Nasa, ma non ha mai perso il filo e i contatti con la sua Sicilia, dove vivono ancora il padre (astrofisico da cui ha assorbito la passione per il cosmo) e la madre.
Come ha raccontato alla stampa qualche mese fa, Parmitano crede che «essere il primo siciliano nello spazio per me acquista senso solo perché la mia carriera è la prova che anche nascendo a Paternò, studiando, lavorando, non perdendo di vista i propri obiettivi, si può arrivare dove si vuole, persino nello spazio. Anche questa è una cosa che fa parte della sicilianità, abbiamo una caparbietà tutta nostra, di voler cambiare il mondo a modo nostro».

CAOS CALMO. Per questo legame “territoriale”, Parmitano quattro giorni prima di decollare (durante la quarantena in Kazakhistan) ha parlato in esclusiva solo con una piccola televisione siciliana, Video Star, nell’intervista che tempi.it vi ripropone. Racconta cosa lo aspetta nella missione Volar e nella stazione spaziale dell’Esa: «Mi sento con un “caos calmo” dentro: c’è davvero il caos intorno a me, ma anni di addestramento mi aiutano a stare sereno sino a che non metterò mano alle procedure lì sullo spazio. Io sono il co-pilota e avrò il privilegio di essere il primo ad entrare nella capsula dell’astronave Soyuz e l’ultimo ad uscire. Nello spazio faremo 150 esperimenti a bordo, e io interagirò in 100 di questi».
Nell’intervista trapela tutta l’emozione di questo momento: «Il tempo, da come mi hanno raccontato colleghi che sono già stati nello spazio, passerà molto velocemente. È quello che ho sempre sognato per tutta la vita, e al di là della mancanza di mia moglie e delle mie figlie, non credo riuscirò a sentire altra nostalgia. Tutto scorrerà in modo molto veloce».

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