Parisi e Cesana: «Riformare il Terzo Settore con più società e meno Stato»

Il leader di Energie per l'Italia e il medico hanno presentato a Milano le loro idee per rilanciare il mondo del volontariato

Il ruolo fondamentale del terzo settore in Italia è evidente nei numeri: 300 mila organizzazioni no-profit, un milione tra addetti e lavoratori esterni, quasi cinque milioni di volontari. La recente crisi ha notevolmente aumentato la quota di popolazione in difficoltà economiche, rafforzando l’importanza del terzo settore nell’erogazione di servizi di assistenza che il settore pubblico non riesce più a garantire. Eppure il rapporto tra la pubblica amministrazione e il mondo del volontariato e dell’impresa sociale oscilla tra diffidenza e ostilità. «Bisogna ripensare al concetto di sussidiarietà e alla sua gestione per poter riorganizzare la nostra società. Dobbiamo rivedere i perimetri delle azioni dello Stato per garantire un welfare diffuso e davvero efficace» ha detto Stefano Parisi durante la conferenza stampa del 26 settembre a Palazzo Marino, durante la quale ha presentato la proposta di riforma del terzo settore elaborata da Energie per l’Italia.

L’ultima riforma del governo Renzi, sostiene Parisi, ha reso il settore pubblico sussidiario di quello privato e non viceversa. Di fatto, il terzo settore è stato annesso al settore pubblico, comprimendo l’autonomia degli entri no-profit e burocratizzandone l’attività. Si tratta però, secondo Energie per l’Italia, di una statalizzazione della solidarietà in contrasto con il modello di una società aperta proposta dai liberali, che prevedono invece, anche per il terzo settore, la libera iniziativa dei privati. La proposta di riforma mira perciò a favorire l’imprenditorialità del settore, anche attraverso benefici fiscali. L’obiettivo è quello di non dispendere le risorse, ma di focalizzare le azioni di sostegno, lasciando l’erogazione dei servizi ai singoli soggetti, privati o pubblici, specializzati per tipologia di intervento. Parisi ha dichiarato che Energie per l’Italia sta discutendo la proposta della flat tax avanzata dall’Istituto Bruno Leoni con esperti del settore e altri esponenti del centrodestra, comunque ha anticipato che uno degli obiettivi è quello di ridurre il carico fiscale per esempio a famiglie con disabili a carico o con molti figli e alle associazioni attive nel sociale. L’interazione nel settore fra pubblico e privato punta alla qualità dei servizi, promuovendo inoltre strumenti di finanziamento che spaziano dal microcredito al crowfunding agli incubatoi sociali.

«In quanto liberali, vogliamo liberare le energie del nostro paese riconoscendo le attività e l’impegno di chi opera nel sociale. Energie per l’Italia si presenta perciò con idee e soluzioni concrete e si affida a persone qualificate» ha spiegato Parisi. Per questo ha nominato come responsabile per il Programma del terzo settore Giancarlo Cesana, medico e psicologo, già presidente della Fondazione Policlinico. «Serve più società e meno Stato» ha dichiarato Cesana. «Il privato cittadino va reso protagonista nell’ambito di scuola, sanità e opere sociali. Oggi il problema del welfare sta diventando sempre più grave, sia a causa della crisi demografica sia a causa dei grandi temi culturali-etici che pongono domande sull’identità dell’uomo (come eutanasia e aborto). Dobbiamo ripensare alla concezione del cittadino, del suo ruolo e della relazione con il potere. Non possiamo accettare la centralizzazione della vita (dall’ambito economico a quello etico) sotto il controllo dello stato».

Se è giusto che chi svolge funzioni pubbliche, anche attraverso una gestione privata, sia riconosciuto fiscalmente dallo Stato, è altrettanto necessario, ha sottolineato Cesana, che ci sia un sistema di controllo in grado di monitorare le attività delle associazioni e premiare le realtà più efficaci. «Questo controllo però non deve essere esercitato dalla magistratura attraverso i processi. Bisogna guardare invece ai risultati concreti raggiunti dalle associazioni».

Il coinvolgimento di Cesana nel programma di riforma del terzo settore è stato visto da alcuni come la volontà da parte del centrodestra di coinvolgere anche il fronte cattolico. Cesana ha ribadito che il suo sarà un impegno esclusivamente culturale e non politico e ha ricordato che la maggior parte delle associazioni no-profit sono religiose. Parisi ha aggiunto che Energie per l’Italia punta a costruire un’alleanza che sia voce e rappresentanza di una grande varietà di anime, compresa quella cattolica, e ha spiegato: «L’allontanamento della militanza cattolica è stato un danno per la società perché ha provocato una perdita di coesione e il venir meno del senso identitario. Non dobbiamo dimenticare che il nostro spirito culturale laico si basa su radici giudaico-cristiane che vanno difese e valorizzate, soprattutto oggi, in un clima di sottomissione e abbandono delle tradizioni. Per ricostruire il paese ci vuole innanzitutto coesione sociale e questa è possibile solo grazie alla politica. Per questo, serve il contributo di tutti».

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