Pakistan, parla Asia Bibi: «Sono innocente, le parole del Papa mi hanno fatto sentire amata»

La donna condannata a morte per blasfemia in Pakistan parla in un'intervista. Racconta la sua paura, la sua fede e la sua speranza. Ringrazia chi è morto per lei (Salman Taseer e Shahbaz Bhatti) e chi la sostiene. E chiede di essere salvata dal suo paese

Pubblichiamo alcuni stralci dell’intervista di Asia Bibi rilasciata a Repubblica tramite il marito e pubblicata ieri. La donna arrestata nel 2009 è stata condannata in Pakistan nel 2010 per aver risposto a chi la prendeva in giro per la sua fede cattolica: «Gesù è morto sulla croce per salvare l’umanità dai suoi peccati, cosa ha fatto Maometto per voi?». Il fatto ha mobilitato il mondo internazionale: molti hanno chiesto l’abolizione della legge sulla blasfemia. Chi lo ha fatto in Pakistan, muovendosi anche a favore della donna è stato ucciso. Assassinati, il primo a gennaio e il secondo a marzo, il governatore del Punjab Salman Taseer e il ministro delle Minoranze religiose Shahbaz Bhatti.

Signora Bibi, per prima cosa vuole raccontarci come sta?
Prima di rispondere alla sua domanda voglio mandare i miei ringraziamenti a tutti quelli che sono preoccupati per me e che stanno pregando per me. Io sto molto male. La notizia della morte di Shahbaz Bhatti mi ha devastato e non riesco a riprendermi… Sono in isolamento e non posso parlare con nessuno… mi hanno condannata a morte e sono innocente. Non ho commesso nessun crimine eppure ogni persona in questa prigione mi fissa come se io fossi la persona più terribile che vive al mondo.

Ha paura?
Sì. Ho paura, sono terrorizzata: per la mia vita, per quella dei miei figli e di mio marito… La cosa che mi preoccupa di più sono le mie figlie, che stanno soffrendo con me… Sarei felice se solo sapessi che la mia famiglia è al sicuro. Ma so che se anche la Corte decidesse che sono innocente, qui non sopravviverei: sono una donna segnata. Ma la mia fede è forte e credo che Dio misericordioso risponderà alle mie preghiere… tanto rumore non ha portato a nessun cambiamento delle mie condizioni di vita. Due delle persone che mi hanno più appoggiata in Pakistan, che hanno fatto sentire la loro voce per me sono morte… Prego Dio ogni giorno perché alle persone che sono dalla mia parte non accada nulla… Ho sentito un dolore terribile quando ho saputo della morte di Salman Taseer prima e di Shahbaz Bhatti poi… vorrei che il mondo intero riconoscesse la loro lotta e il loro sacrificio, che sono stati fatti in nome dell’umanità intera. Da allora passo molte notti senza dormire… La gente qui in Pakistan usa la legge sulla blasfemia per risolvere le proprie questioni personali: questa legge dovrebbe solo essere abolita, perché fa male a tutti, siano essi cristiani o musulmani.

Cosa sogna di fare quando uscirà?
Ringrazierò Dio per essersi preso cura di me e della mia famiglia… Il mio sogno più grande è quello di incontrare papa Benedetto [XVI]. Haroon mi ha fatto arrivare la notizia che il Santo Padre ha parlato di me: questo mi ha dato moltissima speranza, mi ha spinto a continuare a vivere, mi ha fatta sentire amata e come se l’intero mondo fosse con me… Vorrei vivere abbastanza per vedere il giorno in cui potrò incontrarlo e ringraziarlo.

Exit mobile version