«Ordinare un caffè non è più un problema». Come Giovanni Muscarà ha battuto la balbuzie

Storia (e risultati straordinari) di un ragazzo che ha sperimentato su di sé e oggi insegna un metodo per non balbettare

Ne ha fatta di strada Giovanni Muscarà, messinese, ex manager ed ex balbuziente, che nel 2011 fondò a Londra una start up volta a sviluppare un nuovo metodo per rieducare le persone affette da balbuzie. «Quando ho cominciato questa avventura con un pizzico di sana follia, ero solo, senza qualifiche mediche, in una città straniera. Ma nel corso di questi sei anni siamo molto cresciuti, ci siamo trasferiti a Milano e abbiamo cambiato nome in Vivavoce Institute» racconta a tempi.it Giovanni. Oggi la sua start up è diventata un vero e proprio centro specializzato, dotato di un’equipe di una decina di professionisti negli ambiti della neurologia, della fisioterapia e della logopedia e cresciuto all’interno della Fondazione Filarete, un incubatore di start up composto tra gli altri da Fondazione Cariplo, Intesa Sanpaolo e Camera di Commercio di Milano.
Nel 2015 il progetto ha ricevuto i finanziamenti di alcuni soggetti privati e di un fondo di investimento. «Inoltre, pochi anni fa è cominciato un progetto di validazione scientifica della metodologia da me inventata e sperimentata all’interno del nostro centro» racconta Giovanni. Per promuovere l’attività di studio dei meccanismi alla base dei problemi che interessano abilità cognitive (linguaggio, attenzione, memoria) è stato infatti fondato il centro di ricerca Vivavoce Research Institute, i cui risultati sono stati condivisi durante diverse conferenze, anche a livello internazionale.

«GIOVANNI, STAI CALMO». «Tutto questo percorso di crescita, sia nella squadra sia nella ricerca di investitori, mira a creare un grande progetto che possa continuare anche dopo di me per aiutare chi è in difficoltà e cerca supporto e soluzioni. Io stesso so cosa significa affrontare una difficoltà che condiziona ogni istante della tua vita». Giovanni ha sviluppato questo metodo di riabilitazione innovativo sperimentandolo su se stesso. Si chiama MRM-S (Muscarà Reahabilitation Metodo of Stuttering) e non si limita ad affrontare il problema esclusivamente da un punto di vista psico-emotivo, ma innanzitutto con un approccio fisico, di controllo dei muscoli facciali.
«Quando mi dicevano “Giovanni, stai calmo, respira”, io mi irritavo ancora di più. Il primo problema del balbuziente è quello di riuscire a muovere in maniera corretta i muscoli giusti per emettere un fonema, quindi il mio metodo punta innanzitutto all’aspetto motorio. Inoltre, è irrealistico pretendere un clima di costante calma psicologica perché nella vita ci si trova spesso in situazioni di stress. Dunque, al contrario dei metodi riabilitativi tradizionali, noi mettiamo volontariamente sotto pressione comunicativa i nostri allievi dopo aver fornito loro gli strumenti necessari. La sfida è proprio quella di riuscire a controllare il proprio corpo anche sotto stress».

ORDINARE UN CAFFÈ. Per riuscire a mutare le proprie abitudini motorie e comportamentali, spiega Giovanni, sono necessari almeno sei mesi di lavoro costante. «Questo percorso serve prima di tutto a far venire meno il condizionamento della balbuzie, visto che la vergogna è uno degli aspetti che più pesano. In passato, quando in un bar sedeva accanto a me una bella ragazza, io trovavo una qualsiasi scusa per non ordinare il caffè perché ci avrei messo mezz’ora a pronunciare correttamente la frase. Oggi ordinare un caffè è l’ultimo dei miei problemi». Commettere qualche errore linguistico, anche dopo il percorso riabilitativo, «è normale, l’importante è non fermarsi e continuare ad andare avanti».

EX ALLIEVI. Gli stessi insegnanti di Vivavoce, racconta Giovanni, sono suoi ex allievi poi coinvolti in questo progetto. Per esempio, una delle tutor, laureata in Chimica farmaceutica e frustrata da anni di inutili corsi riabilitativi, dopo aver sperimentato il metodo Muscarà ha abbandonato il suo dottorato, ha affrontato un percorso formativo specifico ed è entrata nel team di Vivavoce. Lo stesso Giovanni, anni fa, decise di abbandonare il suo ottimo impiego nel mondo della finanza (si occupava della fusione di banche e società) e di sfruttare le sue competenze manageriali per dedicarsi a quella che aveva capito essere la sua vera vocazione. «La soddisfazione più grande è vedere questi ragazzi fare una telefonata che prima avrebbero rifiutato o affrontare un colloquio di lavoro. È rompere il luogo comune secondo cui “per comunicare bene bisogna stare calmi e parlare piano”. È lottare per riprendere il pieno controllo di sé e conseguire dei risultati concreti».

Foto Ansa

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