L’olio di palma fa male? Nessuna evidenza scientifica

«Il suo consumo al posto di quello di altri oli/grassi non determina un aumento di rischio di malattie cardiovascolari». Intervista alla ricercatrice Elena Fattore

Siamo ormai abituati alle cicliche crociate contro qualche tipo di genere alimentare. Prima il burro, poi lo zucchero, poi bianca, ora è il turno dell’olio di palma. Si tratta di una campagna mediatica relativamente recente, visto che l’ingrediente è arrivato sulle etichette dei prodotti alimentari solo da dicembre 2014, quando il regolamento 1969/2011 ha vietato il generico “olii vegetali”. E così i consumatori hanno scoperto che nei biscotti che consumavano ogni mattina c’era una buona parte di olio di palma, olio di colza o olio di semi di girasole.

UNA RICERCA GIÀ NEL 2010. In breve tempo, su internet, hanno cominciato a moltiplicarsi le leggende che decretavano l’olio di palma come fautore di indicibili malanni. È stato detto che un consumo massiccio di questo grasso vegetale, ricavato dai frutti della palma, può far venire il cancro, il diabete, far ingrassare. Nessuna evidenza scientifica, ma un dilagare di bufale on line, tanto che l’Aidepi (Associazione delle industrie del dolce e della pasta italiane), già nel 2010 aveva deciso di commissionare uno studio all’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano, per fare un po’ di chiarezza. L’obiettivo era riprendere tutte le ricerche alimentari fatte nel tempo, e riassemblare insieme i risultati, di modo che, una volta per tutte, fosse fatta chiarezza. Si è occupata di trarre le doverose conclusioni la dottoressa Elena Fattore, e le sue ricerche sono state prima pubblicate sull’International Journal of Food Science and Nutrition e in seguito nel 2014, sull’American Journal of clinical nutrition.
Parlando con tempi.it, la ricercatrice spiega che «durante la prima fase del mio lavoro, mi sono occupata di passare in rassegna le ricerche fatte in precedenza e pubblicate nella letteratura scientifica. Ho notato come non ci fosse nessuna evidenza scientifica solida che poteva sostenere che l’olio di palma potesse essere così dannoso per l’uomo, non più di un qualsiasi altro grasso vegetale. La ricerca successiva invece ha passato in rassegna in maniera analitica tutti gli studi nei quali l’olio di palma veniva sostituito nella alimentazione umana ad altri grassi animali o vegetali. I risultati hanno evidenziato che il consumo di olio di palma al posto di quello di altri oli/grassi presenti nella dieta non determinava un aumento di rischio di malattie cardiovascolari».

NASCOSTO NEI PRODOTTI NATURALI. In questo studio sono stati confrontati sei tipi diversi di grassi, tra i quali anche l’olio di oliva, solitamente elogiato per le sue proprietà. Riflette la dottoressa Fattore: «Un italiano medio assume grassi saturi anche dalla carne, dagli insaccati, dai formaggi di cui la nostra tradizione alimentare è ricca. L’acido palmitico è contenuto in tutti questi alimenti».
Uno studio recente, pubblicato nello scorso aprile dall’Università di Bari, dimostrerebbe che il consumo di olio di palma causerebbe diabete e altri problemi al pancreas. Commenta la dottoressa Fattore: «Non ho ancora avuto modo di approfondire questo studio in particolare, ma so che queste ricerche in laboratorio utilizzano dosi molto più elevate di quelle che vengono assunte in una normale alimentazione per cui le conseguenze non possono essere trasferite direttamente all’uomo. In scienza alimentare, ritengo più appropriato invece fare un’indagine su campioni di persone».
Fra gli allarmi più accreditati in rete quelli che riguardano il latte artificiale e i prodotti per l’infanzia: «Sulle etichette delle confezioni di latte artificiale in vendita c’è scritto “olio di palma”, tra i grassi vegetali presenti. Tuttavia ciò non è sorprendente visto che l’acido palmitico, principale costituente dell’olio di palma, è contenuto anche nel latte materno. Che, come tutti sanno, non è ancora replicabile né conosciuto del tutto dall’uomo, pertanto qualora manchi, è meglio utilizzare un latte artificiale che sia simile il più possibile, e che quindi lo contenga».

Foto olio di palma da Shutterstock

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