Oh toh! Mafia Capitale non è mafia

La testimonianza di Raffaele Cantone, presidente dell'Anac, al processo. Parole inequivocabili che smentiscono tante illazioni giornalistiche

Da quelle parti sono stati sempre piuttosto scettici su “Mafia Capitale”, l’inchiesta sugli appalti del Comune di Roma che tanto ha fatto parlare i giornali. Stiamo parlando del Foglio, che oggi in prima pagina riporta le parole di Raffaele Cantone, il supermagistrato a capo dell’Anac, l’Autorità nazionale che ha lo scopo di debellare la corruzione in Italia. O meglio, l’Anac, come spiega bene Massimo Bordin, «non può avviare procedimenti penali ma ha l’obbligo di segnalare alla Procura della Repubblica documenti e procedure esaminati, se ravvisa la possibile presenza di un illecito penale».

416 BIS. Bene. Ieri Cantone è stato sentito come testimone durante il processo, in quanto l’Anac ha controllato gli appalti di Roma dal 2012 al 2014. Cantone ha spiegato che l’ente di cui è presidente ha il compito di segnalare persino il «mero “fumus” di illecito penale, a partire da un semplice abuso d’ufficio». Alla domanda dell’avvocato di Salvatore Buzzi se, tra le ipotesi di reato da loro segnalate, vi fosse anche quello relativo al 416 bis (associazione mafiosa), Cantone ha così risposto: «Posso dire di aver trovato ipotesi di reati contro la pubblica amministrazione oppure reati economici, ma posso escludere di aver individuato, fino ad oggi in quelle carte, una sola qualificazione di 416 bis».

ALEMANNO. Intanto arriva la notizia che la Procura di Roma ha chiesto al gip l’archiviazione dell’accusa di associazione per delinquere di stampo mafioso per l’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno. Lo ha rivelato il procuratore aggiunto Paolo Ielo nel corso dell’udienza del processo per corruzione a Marco Milanese, già collaboratore dell’ex ministro dell’Economia Giulio Tremonti, in cui era prevista l’audizione di Alemanno.

Foto Ansa

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