Ogm, una lezione dall’Africa

Il ministro delle attività produttive Antonio Marzano ha detto domenica 23 gennaio che «gli ogm potrebbero salvare dalla fame milioni di persone in Africa»

Quando il ministro delle attività produttive Antonio Marzano ha detto domenica 23 gennaio che «gli ogm potrebbero salvare dalla fame milioni di persone in Africa», la senatrice dei Verdi Loredana De Petri ha dichiarato che la causa della fame nel mondo sono le multinazionali. Anche secondo i No global di Porto Alegre i paesi poveri non hanno bisogno di ogm. Ma cosa dicono gli interessati? Una delegazione di agricoltori e scienziati provenienti dal Sudafrica, dal Kenya, dalla Nigeria, dal Malawi e dall’India è sbarcata a Roma, tappa di un tour che li porterà a Bruxelles e a Londra. La delegazione è in viaggio in Europa su invito personale della Commissione europea per partecipare alla Conferenza intitolata : “Verso una agricoltura sostenibile per i paesi in via di sviluppo”. Themsite J. Buthelezi portavoce dei piccoli agricoltori della zona nord-est del Sudafrica, conosciuta come Makhathini Flats, ha raccontato che «c’era molta diffidenza all’inizio nei confronti delle sementi di cotone ogm. Ma i risultati hanno cambiato la vita a più di un agricoltore. La differenza di produttività tra il cotone tradizionale e quello ogm è di 13 a 3, ed è dovuta soprattutto alla resistenza ai parassiti». Buthelezi ha spiegato che «mentre per le colture di cotone tradizionali servono 10/11 trattamenti antiparassitari, per quelle ogm ne bastano appena due, con grande risparmio di denaro e salute». «Con questi risultati, in appena un anno – ha affermato Buthelezi – circa l’80% dei 5000 piccoli agricoltori della zona hanno deciso di utilizzare sementi di cotone ogm». S. Jaipal Reddy portavoce della principale Federazione di agricoltori della regione dell’Andhra Pradesh in India, ha illustrato quanto è importante ridurre i trattamenti antiparassitari. «La coltivazione del cotone in India assorbe il 54% dei trattamenti antiparassitari – ha precisato Reddy – e tra il 1998 ed il 2000, 326 agricoltori sono morti a causa del cattivo uso delle sostanze chimiche per combattere i parassiti. Con gli ogm il danno ambientale si riduce, produttività e reddito crescono. Da questo punto di vista gli ambientalisti che combattono gli ogm non riflettono affatto l’interesse degli agricoltori e dei consumatori». In merito all’agricoltura biologica che nei paesi ricchi viene presentata come una soluzione, Bintony Kutsaira, botanico e parlamentare del Malawi, ha ricordato che «in Africa l’80% dei prodotti proviene da agricoltura biologica e questo semplicemente perché non ci sono soldi per acquistare né antiparassitari né fertilizzanti. I risultati sono miseri e non abbiamo ancora raggiunto la sicurezza alimentare. Per questo motivo non possiamo non utilizzare gli ogm che ci permettono di migliorare la quantità e la qualità dei nostri prodotti». Jocelyn Webster, Direttore Esecutivo di AfricaBio, un centro di ricerca del governo del Sudafrica, ha avuto parole dure contro l’Europa, che con le sue politiche anti ogm viene accusata dall’esponente sudafricana di penalizzare gli agricoltori locali: «Le politiche contro gli ogm ci stanno penalizzando, perché alcuni paesi come la Namibia che importano il mais giallo ogm da noi prodotto per alimentare gli animali, adesso rifiutano gli ogm perché temono che la Ue non voglia importare più la carne. Questo atteggiamento dei Paesi europei tiene alti i prezzi delle derrate alimentari e penalizza il libero commercio».

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