Ocse. Il problema dell’Italia è la competitività. Necessario tagliare le tasse e favorire la crescita

La scarsa competitività dell'Italia, secondo l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo, è dovuta al costo del lavoro e alla bassa crescita. Per rimediare è necessario tagliare le tasse e adeguare i salari alla produttività.

Secondo l’Ocse il primo problema della bassa crescita dell’Italia è  la mancanza di competitività. Per migliorare la situazione, ha affermato nell’incontro di oggi con il governo italiano il segretario dell’Ocse, Angel Gurria, «è necessario agire su tre fronti»: aumentare la produttività, adeguare i salari alla crescita di produttività e ridurre la pressione fiscale sui redditi da lavoro. Inoltre, secondo l’Ocse, è necessaria una rigorosa attuazione delle riforme in materia di mercato del lavoro, di innovazione, istruzione ed efficienza del settore pubblico, e che tale rigore si attui non solo a livello nazionale ma anche a quello locale.

BASSA PRODUTTIVITÀ DEL LAVORO. Nel documento Ocse sull’Italia preparato per l’incontro odierno fra il presidente del Consiglio Mario Monti e Gurria, emerge che la produttività del lavoro italiana è la più bassa di tutti gli stati Ocse e che il costo unitario del lavoro è inferiore soltanto a quello della Grecia.

CIRCOLO VIZIOSO. Secondo le analisi, la bassa crescita della produttività in Italia ha comportato l’aumento dei costi unitari del lavoro, che a loro volta hanno danneggiato la competitività e alimentato il disavanzo delle partite correnti, influendo negativamente sul tasso di crescita del Pil.

RIMEDI. Per porre un freno a questa situazione, la prima fra le misure che l’Ocse raccomanda è quella di allineare gli stipendi alla produttività attraverso la contrattazione salariale decentrata. L’Ocse raccomanda all’Italia, da una parte, di ampliare le basi imponibili e ridurre le agevolazioni fiscali, dall’altra, di tagliare le aliquote fiscali dando priorità alla riduzione del cuneo fiscale sul lavoro. Inoltre, secondo l’istituto di Parigi, è necessario «integrare il processo di spending review nei normali sistemi di controllo del bilancio e della spesa e rendere operative le norme costituzionali sul pareggio di bilancio».

ALTRE MISURE RACCOMANDATE. Aumentare le privatizzazioni, rafforzare la concorrenza, ridurre le norme, diminuire gli oneri a carico della pubblica amministrazione.

TAGLIARE SPESA PUBBLICA. La necessità di compiere rapidi progressi per ridurre il deficit «ha fatto sì che l’aumento delle imposte sia stato finora lo strumento principale di adeguamento fiscale». Tuttavia «la pressione fiscale aggregata in Italia è la quarta più alta tra i paesi Ocse» e «la spesa pubblica, non destinata al pagamento di interessi, in percentuale di Pil è al di sopra della media Ocse, e l’Italia è al settimo posto nella classifica per quanto riguarda la spesa sociale». «È quindi importante nell’adeguamento fiscale dare priorità ai tagli di spesa», conclude l’Ocse.

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