Nostalgia in salsa burger

Uno scatto, rubato in un fast-food, immortala un signore - solo e anziano - al tavolo mentre mangia un hamburger con la foto della moglie defunta a fargli compagnia

Un bicchierone di cartone pieno di ricordi. Una madeleine di pane dolciastro che rispolvera sapori provati in cinquant’anni di vita insieme. Questo è quel che ho visto io nell’immagine che qualche giorno fa ha fatto parlare la Rete: uno scatto, rubato in un fast-food, immortala un signore – solo e anziano – al tavolo mentre mangia un hamburger con la foto della moglie defunta a fargli compagnia. La didascalia nell’articolo parla di ‘uomo al ristorante’, ma in realtà si tratta di un locale molto semplice: io quel posto lo conosco bene. Anzi, dovrei dire, noi – famiglia trasferitasi sulle coste del Pacifico per un anno intero – lo conosciamo bene perché ci siamo stati. L’anziano signore siede a uno dei tavoli di ‘In-&-out’, un franchising californiano di ottimi hamburger. Ma ora – dopo aver visto la solitudine seduta al tavolo d’angolo – ripensare a quel luogo, mi sollecita non pochi pensieri.

– Il posto me lo ricordo bene perché non è il solito fast-food dove si trangugia cibo cartonato-e-scongelato. Lì, gli ingredienti te li posano freschi davanti agli occhi. E quando i miei tre figli, da sempre fan agguerriti dei noti happy-meal, li hanno assaggiati, non sono più voluti tornare indietro. Al diavolo la scatola colorata che abbaglia, al diavolo le sorpresine nuove ogni giorno!
Eh già, perché nella Vita è così: quando scopri qualcosa di bello e di vero, non esiti ad abbandonare tutto il resto per rimaner per sempre fedele a ciò che ti ha preso il cuore. E se un bambino lo intuisce sul così poco, figuriamoci quanto ne sa quel marito di lungo corso che un giorno ha scoperto una perla nel campo, ha mollato tutto per comperare il campo, e l’ha curata fino a quando Qualcun altro se l’è ripresa.

– Me lo ricordo perché è un posto semplice, senza fronzoli. Basic il servizio, basic l’arredo. Al punto che quando ti siedi sulle panche di plastica rosse illuminate dal neon, sei costretto a domandarti come mai c’è la fila per mangiare in un posto così. Certo, dare una ragione alla scelta di dove addentare un panino ‘nonostante’ la location, in fondo è facile.  Ma trovare un senso a tante azioni quotidiane non è sempre scontato. Quel vedovo, che lì addenta pane e malinconia, oggi ha dovuto affrontare una domanda di significato ben più profonda e drammatica: qual è la ragione ultima che gli ha dato la forza di alzarsi anche stamattina da un letto a due piazze da solo?

– Me lo ricordo perché su ogni involucro di quel fast-food – dalla carta del burger, al bicchiere, alla scatola di cartone – vi è inciso il riferimento a un passo della Bibbia. Così, sulla stravissutissima carta sporca di mostarda ci trovi il link al terzo libro dell’Apocalisse (Revelation 3:20) dove si dice: “Ecco, Io sto alla porta e busso, se qualcuno ode la mia voce ed apre la porta, Io entrerò da lui, e cenerò con lui ed egli con Me”. E allora all’improvviso, scopri che – chi ti pareva esser da solo al tavolo – in verità non è poi così solo. Coraggio ‘uomo al ristorante’: senza saperlo, da oggi sei testimonial della più ricercata ricetta di Vita.

@marcellamanghi

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