Non c’è pace per Pompei. I crolli continuano nonostante i restauri

Continuano i crolli nel sito turistico più visitato d'Italia, mentre si aspettano i fondi cofinanziati dall'Unione europea. Questa volta a rovinarsi è stata la Casa numero 21

La città di Pompei è uno dei siti turistici più visitati in Italia, eppure è anche uno di quelli che soffrono di più. Servirebbero restauri continui per conservare la città sepolta dalla cenere del Vesuvio, per mantenerla così come rimase nel 79 dopo Cristo, per mostrarla al meglio ai turisti di tutto il mondo. Nel novembre del 2010, crollò una parte della Domus dei Gladiatori, e la responsabilità venne data all’allora ministro dei Beni culturali Sandro Bondi. Fu un crollo importante, ma a quello ne seguirono altri, in vari punti della città. Ieri l’ennesimo cedimento, nella Casa 21 dell’Insula V sulla via dell’Abbondanza.

UNA DELLE PIU’ VISITATE. Ne ha dato notizia Antonio Pepe, segretario Cisl Bac degli scavi. “La casa non ha affreschi sui muri, al suo interno. Ciò nonostante è una delle più visitate dai turisti perché rappresenta un tipico ambiente di vita dell’antica Pompei, dotata anche di un thermopolium”. Il problema, sottolinea Pepe, è che i problemi non vengono mai risolto del tutto. Le persone che si occupano della manutenzione quotidiana sono troppo poche. Ne servirebbero di più. È stato un custode impegnato in una ronda mattutina a segnalare il disastro, un muro alto 1,80 cm dal quale si è staccato un pezzo di almeno un metro. Pompei sta aspettando che il grande progetto da 105 milioni di euro cofinanziato dall’Unione europea. Se non si affrettano i crolli continueranno.

 

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