No Tav. L’occupazione della GeoValsusa è “un’intimidazione mafiosa”

Un centinaio di appartenenti al movimento No-Tav hanno occupato la sede della società di progettazione GeoValsusa che ha partecipato ai lavori della Tav. Volantino di rivendicazione: "è solo la prima di una lunga serie"

Sarà pure l’ultima versione della “non-violenza attiva” (bizantinismo brevettato da Luca Casarini ai tempi del G8 di Genova), ma a molti è apparsa un’intimidazione bella e buona. Un centinaio di appartenenti al movimento No-Tav hanno occupato la sede della società di progettazione GeoValsusa (in corso Trapani a Torino) che ha tra i soci l’ex consigliere comunale Dc Giuseppe Accattino. La colpa dell’azienda? Aver partecipato all’appalto per alcuni lavori accessori al cantiere della Torino-Lione a Chiomonte.

“La contestazione alla Geovalsusa Srl – rivendicano in una nota gli autori del gesto – ha diverse ragioni, una delle quali è quella per cui essa è complice della militarizzazione e della devastazione del territorio che a partire del 27 giugno 2011 continua ed essere imposta alla Val di Susa. Per territorio militarizzato intendiamo la presenza in Valle di centinaia di uomini delle forze dell’ordine, lautamente pagati, a controllare e asfissiare gli abitanti della valle, impedendo l’accesso alle loro terre e la libera circolazione sul territorio. Militarizzazione è la creazione di un sito strategico nazionale laddove è in corso la protesta legittima di una popolazione intera, ma lo è anche la nuova strategia adottata della questura dei “fogli di via”, provvedimenti del prefetto con i quali a numerosi No Tav viene impedito l’accesso alla Val di Susa per motivi di ordine pubblico”.

Il comunicato si chiude con una esplicita minaccia. “Non dorma sonni tranquilli chi pensa che con qualche notifica si possa indebolire un movimento che lotta con coraggio da più di vent’anni! Infatti, se è vero che i militanti No Tav con i fogli di via continuano serenamente a viaggiare in valle, lo è anche il fatto che i centri del potere della lobby Sì Tav si trovano quasi tutti nella metropoli torinese… La contestazione di oggi ad una delle ditte impegnate nella costruzione del Tav o meglio, affannate nel tentativo di riempirsi le tasche coi soldi pubblici, è solo la prima di una lunga serie quindi… a prestissimo!”.

Netta condanna da parte di tutte le forze politiche. L’onorevole Stefano Esposito (PD) parla di “intimidazione mafiosa” ed aggiunge che “in Val di Susa è arrivato il momento di riportare la legalità con tutti gli strumenti previsti dalla legge”. Presa di posizione netta anche da parte del vicecapogruppo alla Camera del Pdl Osvaldo Napoli: “le intimidazioni di questi professionisti dell’anti-istituzione sono ormai un vero attacco allo Stato”. Antonio Ferrentino, sindaco di Sant’Antonino di Susa, che ha recentemente laciato Sel per approdare al Pd, definisce, quella di ieri, “un’azione squadrista”. Per il presidente della Regione Roberto Cota è “vile attaccare i lavoratori”. Coerenti alla linea dell’unità a prescindere del movimento, dalla Val di Susa non giungono dissociazioni da parte dei leader del movimento.

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