Netanyahu verso il voto di scambio con gli integralisti islamici?

Cartolina da Nazareth

Dopo le infuocate giornate di Pasqua, in cui i fondamentalisti islamici hanno inscenato violente manifestazioni contro i cristiani e nel corso delle quali diciotto persone hanno riportato ferite serie (la stessa cognata del patriarca latino Michel Sabbah è stata ferita e poi di nuovo aggredita all’uscita dall’ospedale), le violenze a Nazareth sono cessate, ma la tensione rimane alta in tutta la Galilea. E la situazione certo non migliorerà prima delle elezioni del prossimo 17 maggio. La ragione che ha scatenato questo ennesimo episodio di intolleranza anticristiana dovrebbe ormai essere nota e deriva dal fatto che un terreno della città è stato occupato dai fondamentalisti del partito islamico. Si tratta di un terreno di demanio pubblico che ha un’estensione di poco meno di 2mila metri quadrati e che è situato nelle immediate adiacenze della Basilica dell’Annunciazione. Qui, con il pretesto che si tratterebbe di un sito sacro all’Islam perché luogo di memoria della tomba di un’eminente personalità araba (in realtà seppellita in Siria), si vorrebbe costruire una imponente moschea. A parte il fatto che in città sono già presenti12 moschee, questa in particolare avrebbe un minareto alto 85 metri e sarebbe edificata allo scopo, evidentemente simbolico, di sovrastare il campanile del Santuario cristiano. Questa situazione perdura ormai dal Natale ’97, quando gli integralisti hanno occupato il terreno – che in vista dei pellegrinaggi per il Giubileo il comune aveva destinato ad area di parcheggio – innalzando una enorme tenda verde (colore santo dell’Islam) estesa su quasi mille metri quadrati. La tenda è ancora lì e né il governo, né il comune, sono mai intervenuti con chiarezza per rivendicare la proprietà dell’appezzamento su cui sorge e sgomberare la zona. Il comune d’altra parte soffre per le lacerazioni interne alla giunta – dove 12 seggi su 19 sono degli islamici – non riesce più neppure a riunirsi sulla questione (perché le sedute sull’argomento sono finite regolarmente in rissa) e ora rischia il commissariamento. Purtroppo è l’attuale governo israeliano che sembra avere in mano le chiavi di tutta la vicenda: come è ormai noto a tutti, qui a Nazareth, Benjamin Netanyahu ha bisogno degli islamici per vincere le prossime elezioni, e così anche autorevoli fonti del Patriarcato cattolico di Gerusalemme sostengono che l’attuale primo ministro israeliano – leader di una coalizione di destra e, dunque, teoricamente la più intransigente nei confronti del fondamentalismo islamico – abbia promesso di autorizzare la costruzione della moschea di Nazareth in cambio dei 50mila voti che il partito islamico controlla nella regione della Galilea. Rimane il fatto che la situazione sta diventando insostenibile e, se nessuno interverrà, si ripeteranno certamente le violenze della scorsa Pasqua, quando dagli altoparlanti posti sulla tenda degli integralisti venivano diffusi appelli alla guerra santa contro i cristiani al grido: “Ci stanno assalendo i serbi”.

Exit mobile version