Nel terrore muto dell’Ultimo Giorno, il canto di Mahler: «Sì, risorgerai»

Non possiamo non dirci mahleriani, perché questo straordinario musicista ha in pratica composto la colonna sonora del “Secolo breve”

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Ho scoperto Gustav Mahler nel 2011, a cent’anni dalla sua morte. Non possiamo non dirci mahleriani, perché questo straordinario musicista ha in pratica composto la colonna sonora del “Secolo breve” che pretenderemmo sì chiuso, ma il cui fiato sepolcrale alita tuttora sul nostro collo. Ascoltate il terzo movimento della sua prima sinfonia e, chiudendo gli occhi, dite se quell’infantile marcia funebre sulle note di Frère Jacques suonate in minore, il sardonico erompere della banda klezmer o la citazione dello struggente Die zwei blauen Augen von meinem Schatz non fanno anche a voi l’effetto di proiettare un film interiore.

Un bimbo che veglia il fratellino morente, con la fedeltà sovrannaturale di cui sono capaci i fanciulli soli al mondo, regalandogli fantasie per distrarlo dalla febbre che lo consuma – l’esperienza che segnerà la vita del musicista. Poi in una radura donne, vecchi e bambini carichi delle loro povere cose che cercano scampo al rastrellamento. I due occhi azzurri del mio tesoro impressi in una foto in bianco e nero che si accatasta su milioni di altre. Sì, vero? L’avete già sentita questa musica profetica.

Norman Lebrecht, un grande studioso di Mahler, nel suo Why Mahler? (purtroppo non tradotto in italiano), invita i lettori a concedersi, una volta nella vita, l’esperienza di presenziare all’esecuzione della seconda sinfonia: la Resurrezione. Per un’esecuzione dell’opera, a Dresda, nel 1901, Mahler pubblicò un programma in cui si sforzava di offrire esplicite chiavi di lettura. Vi lascio, come augurio, ciò che scrive di suo pugno per il quinto movimento:

«Ci troviamo di nuovo di fronte a tutti i paurosi interrogativi; e nello stesso stato d’animo della fine del primo tempo. Si ode la voce di Colui che chiama: l’ora della fine è scoccata per tutti gli esseri viventi – il Giudizio Finale sovrasta, è sopravvenuto il terrore dell’Ultimo Giorno. La terra trema, le tombe si scoperchiano, i morti si alzano e procedono in un corteo infinito. I grandi e i piccoli della Terra – i re e i mendicanti, i giusti e i senza Dio – tutti vogliono avanzare – l’invocazione di misericordia e di grazia risuona spaventosa al nostro orecchio. La marcia del corteo si fa sempre più terrificante – tutti i nostri sensi vengono meno, vien meno la nostra coscienza nell’avvicinarsi dello Spirito eterno. Risuona il “Grande Appello” – echeggiano le trombe dell’Apocalisse; nel silenzio raccapricciante sembra di sentire un usignolo lontano lontano, come un’ultima eco tremolante della vita terrena! Si innalza, tenue, un coro di santi e di creature celesti: “Risorgerai, sì, risorgerai”».

Foto Ansa

 

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