Nel numero di dicembre di Tempi i “Te Deum” del 2023 e molto altro ancora

Guida ai contenuti del mensile, con gli attesissimi ringraziamenti per l’anno che si chiude, i pagelloni dei leader politici e delle macchiette mediatiche, un formidabile Belardinelli

Israele, Ucraina, Polonia, Turchia, Paraguay, Armenia, Nigeria e non solo. Secondo una tradizione amata da amici e lettori, con il numero di dicembre del mensile (già disponibile in versione digitale via sfogliatore), Tempi conclude il 2023 proponendo agli abbonati contributi da tutto il mondo per interrompere la narrazione a base di denuncia, risentimento e lamentela dominante nei media e scoprire fatti, volti e intuizioni per cui si può essere grati dell’anno che si chiude.

I “Te Deum” del 2023

A firmare i “Te Deum” nel nuovo numero della rivista – che ha in copertina un’opera dell’artista Giorgio Salvato – sono: Maksim Ryabukha, vescovo ausiliare di Donetsk, dove si vive in guerra dal 2014; Hussam Abu Sini, medico cattolico arabo israeliano di Haifa, Israele; Paolo Cevoli che ci racconta il suo viaggio nella Romagna alluvionata; il regista polacco Rafal Wieczynski, autore nel 2009 di un celebre film su Popieluszko e più recentemente di un documentario sulla famiglia Ulma, martirizzata dai nazisti per aver salvato degli ebrei dallo sterminio e beatificata nel settembre scorso; Antuan Ilgit, primo vescovo cattolico di nazionalità turca, titolare della diocesi di Tubernuca e testimone diretto (ma è più corretto dire sopravvissuto) del terremoto che a febbraio ha sconvolto il suo paese; padre Aldo Trento, missionario italiano ad Asunción, Paraguay, firma carissima ai tempisti; Daniel Zaccaro, protagonista di Ero un bullo, libro in cui racconta il suo percorso da gangster di Quarto Oggiaro a educatore della comunità di don Burgio a Milano; monsignor Massimo Camisasca che ha “scoperto” la profondità del rapper Anastasio; Tatevik Zakaryan, avvocato e direttrice della scuola Antonia Arslan a Stepanakert, oggi profuga in Armenia come quasi tutti gli armeni del Nagorno-Karabakh invaso dagli azeri il 19 settembre; il sacerdote nigeriano Justine John Dyikuk, scampato rocambolescamente a un attacco di Boko Haram e oggi studioso del terrorismo islamico; la giornalista Emma Neri che racconta i mesi drammatici ma intensissimi vissuti da quando le è stata diagnosticata una grave malattia; Tommaso Agasisti e Samanta Comandini, cofondatori in Lombardia dell’Associazione La Mongolfiera per famiglie con «figli speciali»; Pietro Tatarella, già consigliere comunale milanese, assolto dopo anni in un processo per un fatto di corruzione che «non sussiste», che ricorda la vicinanza dell’amico e compagno di battaglie politiche Luigi Amicone, mai venuta meno neanche nei mesi in carcere.

I mali della cancel culture e quelli della sanità

Nell’edizione di Tempi di dicembre 2023, inoltre, appare (tratto dal substack Lisander) un formidabile contributo del sociologo Sergio Belardinelli sul problema di fondo per cui il politicamente corretto non poteva che degenerare in cancel culture. Mentre Giancarlo Cesana nella sua rubrica riprende il filo del discorso iniziato a ottobre sui mali della sanità italiana per aggiungere che probabilmente la risorsa più importante per risolverli è la gratuità. Che però non è appena questione di compensi e di orari.

I pagelloni dei politici e delle macchiette

In un numero di fine anno, poi non potevano mancare i pagelloni. E Tempi ne propone uno firmato da Lorenzo Castellani e riservato alle avventure e disavventure dei diversi leader politici, e uno compilato da Caterina Giojelli con tutti i protagonisti – o meglio le vittime – dei “momenti trend topic” più imbarazzanti del 2023, da Alain Elkann spaesato sul treno per Foggia a Zerocalcare che disdegna in chiave anti Israele la fiera dove però si vendono i suoi fumetti.

I muri dei “buoni”, identità alla deriva

Ancora, nel mensile di dicembre, Rodolfo Casadei racconta come i paesi del Nord Europa, modelli di progressismo, registrato il fallimento della linea delle “porte aperte”, si sono messi a sfornare leggi sempre più dure e discriminatorie contro gli immigrati. Assuntina Morresi spiega la “gravidanza condivisa”, ultimo grido high-tech in vendita nel gran bazar della fecondazione assistita, e Piero Vietti presenta il libro di Giulio Meotti che ricostruisce l’ascesa dell’ideologia gender da stravaganza di qualche medico bizzarro a ideologia dominante e oppressiva.

Natale con Tempi sotto l’albero

Tutto questo e molto altro ancora nel mensile di dicembre di Tempi. In attesa che la rivista arrivi nelle loro case, gli abbonati possono già sfogliarla in formato digitale nell’area riservata del sito (i non abbonati, invece, farebbero bene ad abbonarsi subito). Nel nuovo numero di Tempi non mancheranno naturalmente i nostri rubrichisti: oltre ai già citati Cesana e Camisasca, ci sono Lorenzo Malagola, Renato Farina, Pier Paolo Bellini, Berlicche, Simone Fortunato, Marina Corradi, Fabrice Hadjadj.

Senza dimenticare, infine, l’inconfondibile Guido Clericetti, che insieme alla vignetta per lo speciale “Te Deum” quest’anno ha firmato per Tempi anche una meravigliosa cartolina natalizia. Oltre che per farvi gli auguri di buon Natale, l’abbiamo usata per presentare la nostra OFFERTA NATALE 2023. Non sapete di cosa si tratta? Cliccate qui per scoprirlo, e approfittatene subito per mettere sotto l’albero un regalo originale.

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