PER NATALE

Caro Babbo Natale

«Caro Babbo Natale, tu non mi conosci perché di solito scrivevo al bambinello cristiano, ma i tempi volgono al peggio per la Sacra Famiglia: la nonna, che legge Famiglia Cristiana, mi ha spiegato che la grande dogana europea non ci sente a farla passare e che menomale che c’è tutto il servizio sul backstage di “Don Gnocchi”, così imparo un po’ di belle cose senza essere etichettato teocon, finire su Par Condicio accanto a Ferrara e a scuola i multiculturali non mi fregano la merenda perché sono integralista. Insomma, sei un ripiego, ma non prendertela male ché tanto la pensione è vicina, e proprio per non fare la tua fine ti chiedo un solo regalo ma molto importante: il kit del piccolo sfigato. Vorrei diventare un bambino albanese, abbandonato in Bulgaria e cresciuto alla Centrale di Milano, per chiedere alla signora De Filippi di “C’è posta per te” di trovarmi un mai visto cugino del cognato di mio zio emigrato in Siberia. Oppure fare un Gino saldatore bergamasco che vien dalla campagna per aprire le scatole di Bonolis ad “Affari Tuoi”. Oppure il fidanzato calciatore di una Velina, così Sky mi riprende quando smadonno in panchina. Oppure essere sposato con una signora che ha una gemella su un canale ed essere invitato da Costanzo su un altro a parlarne male. Oppure essere accusato di truffa o omicidio, per difendermi dalle telecamere di Bruno Vespa. Oppure essere un neostilista israeliano da 40 kg per vincere il “Grande Fratello”… Decidi tu, va bene anche scoreggiare nello spot degli orologi Dolce e Gabbana, l’importante è che mi mandi in televisione, senza impegno e senza fatica, poi a divorziare 5 volte, votare a sinistra e non fare nulla di tremendamente utile o poco trash ci penso io. Grazie, un bimbo di Bovezzo».

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