Murdoch accusato per quelle stesse intercettazioni che vanno tanto di moda sui giornali italiani

Ieri Rupert Murdoch e il figlio James sono stati ascoltati a Londra nell'ambito dello scandalo delle intercettazioni fatte da News of the World. A Londra si processa la violazione della segretezza delle comunicazioni, considerata un grave delitto penale e uno scandalo etico, mentre in Italia la violazione della segretezza delle comunicazioni è la base dei processi

Ieri Rupert Murdoch e il figlio James sono stati ascoltati dalla Camera dei Comuni a Londra nell’ambito dell’inchiesta sulle intercettazioni illegali fatte da News of the World, uno dei giornali di proprietà del magnate australiano. “Nel giorno «più umiliante» della sua vita, Murdoch è apparso vago, impreciso, disarticolato – tremendamente vecchio. (…) Ci teneva a dire che non ha alcuna intenzione di lasciare il gruppo [News Corp, ndr], che pagherà per gli errori, ma che non è mai stato a conoscenza di molto di quel che è accaduto, anche perché non si occupa più della quotidianità dei giornali nel Regno Unito. Suo figlio James ha cercato di spiegare nei dettagli la loro versione dei fatti. In sintesi: non eravamo a conoscenza di molti dei fatti accaduti, eravamo convinti che nel 2007, nel primo round dell’indagine, il caso fosse chiuso, collaboreremo per verificare i fatti e pagare per gli errori commessi, oltre che le spese legali di molte delle persone coinvolte” (Foglio, p. 1).

La violazione della privacy personale di cui sono accusati Murdoch e i suoi “in Italia è scritta in Costituzione come un atto contrario allo stato di diritto ma è praticata nel quotidiano abuso mediatico-giudiziario come costituzione materiale della Repubblica. (…) A Londra si processa la violazione della segretezza delle comunicazioni, considerata un grave delitto penale e uno scandalo etico, mentre in Italia la violazione della segretezza delle comunicazioni è la base di processi in cui reati e peccati non si distinguono più, e l’unica sentenza possibile è la gogna o lo sputtanamento a scopi politici” (Foglio, p. 1).

“Secondo. Si è scoperto che Rupert Murdoch «passava da dietro», per dirla con la vergognosa campagna contro Antonio Fazio che suggeriva a un suo ospite, ovviamente intercettato, di prendere la ‘back door’, la porta del retro allo scopo di tutelare la riservatezza dei contatti. Murdoch passava da dietro quando incontrava al 10 di Downing Street David Cameron, attuale Primo ministro. (…) Contatti discreti e conflitti di interesse ognuno se li governa come può: a Londra con la riservatezza del lobbying politico dei grandi della stampa, da noi è tutto in chiaro e la porta d’ingresso della nostra felice anomalia è Palazzo Chigi, con i Lancieri di Montebello a festeggiare il tycoon in politica, eletto dai cittadini” (Foglio, p. 1).

“Terzo elemento di paragone. Le intercettazioni non sono un mezzo ordinario di ricerca della prova. Murdoch e suo figlio non sono stati intercettati. Al loro posto, un Berlusconi sarebbe stato sotto origliamento dalla mattina alla sera e imputato di vari reati senza tante storie, perché da noi la responsabilità penale non è personale. (…) Infine, nel paese felice in cui il Parlamento fa il suo mestiere e gli scandali sono altisonanti ma non degenerano in presunzioni di colpevolezza anticipate, nel paese dove la gente responsabile si dimette e nel fare giustizia è sempre implicato un canone etico superiore alla farragine abusiva di una nozione isterica della legalità, accade che il ‘non poteva non sapere’, la ‘willful blindness’ rimproverata con stile ai Murdoch padre e figlio, è materia per due battute consapevoli e ironiche, non per epopee manettare da repubbliche delle banane” (Foglio, p. 1).

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