Moggi: «Dieci mesi a Conte? Non è giustizia sportiva, è un gran casino»

Intervista all'ex direttore generale della Juventus. Conte è «una persona corretta e trasparente». Abete «difende il procuratore Palazzi a cui ha già offerto ufficiosamente il rinnovo della carica»

I dieci mesi di sospensione all’allenatore della Juventus Antonio Conte sono stati confermati dalla giustizia sporiva che ha accolto le accuse del procuratore Stefano Palazzi. L’ex direttore della Juventus, Luciano Moggi, conosce bene Antonio Conte e, com’è noto, anche le dinamiche del tribunale del calcio.

Moggi, ad Antonio Conte la giustizia sportiva ha confermato i dieci mesi di squalifica…
Mi scusi, ma la devo interrompere. Quale giustizia sportiva? È più che altro una giustizia domestica o, perdoni il termine, un gran casino! Quando sei indagato non c’è bisogno degli avvocati, perché se hanno deciso a priori che sei colpevole, così sarai giudicato.

Beh, possiamo dire che il suo giudizio è già abbastanza chiaro.
Conosco Antonio Conte da molto tempo, sia nella veste di giocatore sia di allenatore, ed è una delle persone più corrette e trasparenti che conosca. Vorrei anche aggiungere che è un professionista caparbio e determinato nella sua voglia di vincere, come la sua carriera testimonia. Le squadre le fa correre e lavorare come pochi altri sono in grado di fare, proprio per queste sue caratteristtiche caratteriali. Insomma, questa sentenza è definibile con una sola parola: una vergogna.

Dove sta il problema, allora?
Come dicevo, la giustizia sportiva è domestica. Il presidente Giancarlo Abete continua a conclamare l’autonomia della Figc dagli interessi dei team, ma la verità è che il presidente è troppo compromesso con le cose del passato e tutte le nomine dipendono da lui. Difende il procuratore Palazzi a cui ha già offerto ufficiosamente il rinnovo della carica. Sottoscrivo le dichiarazioni di Andrea Agnelli di questi giorni e ripeto: è una vergogna.

Quindi il suo suggerimento è mandare via Abete?
Certo, ma no solo. Va riformato tutto il sistema: dalla Figc alla giustizia sportiva. Le faccio un esempio. Nel 2009 ci fu la partita Grosseto-Livorno e alla fine del primo tempo la squadra di casa vinceva 1-0. Nel secondo tempo è successo di tutto: cose mai viste del portiere del Grosseto che si è preso tre gol nel secondo parziale, risultato 2-3. Il presidente del Grosseto, Piero Camilli, ha capito subito che c’era qualcosa che non andava, ma la sua voce è rimasta un grido nel deserto dal 2009. È bastato un bugiardo qualunque per inguaiare il Grosseto che, grazie alla fermezza del suo presidente, è riuscita a spuntarla in appello.

Mi scusi, ma nella sostanza, cosa determina la colpevolezza o l’innocenza in questo campo?
Le faccio un altro esempio. Perché il Siena con tre giocatori squalificati per illecito ha preso solo 6 punti di squalifica e non è stata retrocessa? Grazie al suo direttore, bravissimo nelle pubbliche relazioni e in modo particolare in federazione.

Diretta conseguenza è che alla Juventus non sono dei bravi Pr?
Il problema della Juventus è che ha rotto da tempo i rapporti con la federazione. Aggiungo che hanno fatto un errore a proporre i patteggiamenti perché equivale a un’ammissione di colpa. Conte ha sempre detto di essere innocente e io gli credo.

@giardser

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