Milano protagonista in Benvenuti al Nord. Bisio: «Riscopriremo la bellezza della nostra città»

Il prossimo 18 gennaio arriva in sala Benvenuti al Nord, sequel del fortunato Benvenuti al Sud di Luca Miniero. Stesso cast e storia ambientata in una Milano che Bisio definisce: «bellissima e tutta da riscoprire». E c'è già chi scommette in un risultato da record al botteghino.

Arriverà il 18 gennaio il sequel del fortunato Benvenuti al Sud, di Luca Miniero, re degli incassi al box office italiano nel 2010. Il film con Claudio Bisio, Angela Finocchiaro, Alessandro Siani e Valentina Lodovini fu una scommessa tanto inattesa quanto vinta: realizzare il remake del divertente e fortunatissimo film francese Giù al Nord, di e con Dany Boon, e portarlo al successo nel nostro paese. Il primo capitolo piacque talmente tanto alla critica e al pubblico da spingere regista e sceneggiatori a pensare a un possibile sequel. «Ma non volevamo che fosse una cosa automatica, cercavamo un buon soggetto che ci convincesse altrimenti non se ne sarebbe fatto nulla», precisa Luca Miniero, regista napoletano innamorato di Milano.

Benvenuti al Nord ritrova gli stessi protagonisti: Alberto è andato finalmente a vivere a Milano, come desiderava la moglie Silvia, che invece scopre di detestare la città della Madonnina, va in giro con una mascherina per evitare le polveri sottili e passa tutta la giornata ad accusare Alberto di dedicare poco tempo alla famiglia e troppo al lavoro. Mattia, invece, è padre del piccolo Edinson e marito di Maria, ma le cose per lui non vanno proprio bene: assieme alla sua famiglia vive ancora in casa della madre. Maria vorrebbbe avere un posto tutto per loro e gli chiede insistentemente di accendere un mutuo ma Mattia la parola “mutuo” non riesce nemmeno a pronunciarla. Per uno scherzo del destino, in cui mettono lo zampino i suoi colleghi delle Poste, Mattia viene trasferito a Milano, sotto la direzione dell’amico Alberto. Armato di giubbotto fendinebbia e di maglioni pesanti per combattere il “freddo” agosto milanese Mattia si rifugia dall’amico. L’impatto con la grande città del nord è terribile: qui tutti corrono, nessuno gli dà retta e persino l’amico Alberto sembra non essere più la persona socievole di un tempo. Come sopravvivere in questo inferno?

«Questa pellicola vuole raccontare con maggiore sincerità il nord rispetto a quanto fece il primo film con il sud – chiarisce il regista – Milano è la città delle corse e del lavoro, certo, ma è anche un posto accogliente, che da un’opportunità al meridionale che che qui viene a lavorare e alla fine ci resta. Questo è il vero pregio e la vera bellezza del nord, non negare a nessuno una possibilità». Una sfida importante anche per il cast, chiamato a replicare il successo di Benvenuti al Sud: «Proprio per questo motivo sul set ero terrorizzata – ammette la bellissima Valentina Lodovini. Sentivo su di me una responsabilità enorme. Il grande successo del film precedente mi ha letteralmente travolto e vivevo una sorta di “ansia da prestazione” perché sapevo quanto fosse atteso questo film e volevo assolutamente dare il meglio di me. Ho amato questo film e come attrice cerco sempre di scegliere sceneggiature che raccontano i nostri tempi perché penso che il cinema rappresenti l’identità di un paese e a me questo interessa molto».

Scherza invece Claudio Bisio, che con Alessandro Siani forma una coppia comica di indubbia qualità: «Sono molto fiero di questa pellicola come della precedente e se fosse per me ne farei tante quante i punti cardinali della rosa dei venti. Pensi che fortuna sarebbe per Medusa (produttrice del film, ndr): avrebbe assicurate almeno altre 8 pellicole: Benvenuti al nord-est, Benvenuti al nord-ovest ecc… Scherzi a parte, mi è piaciuto molto girare tra le vie della mia Milano e conoscerla meglio, riscoprire il quartiere Isola, dove ero cresciuto da ragazzo e altri angoli che non immaginavo e scoprire che la nostra città è più bella di quello che i milanesi credono». Una Milano bella anche per la Lodovini, toscana di nascita: «Io amo Milano alla follia soprattutto per la sua discrezione e per la sensazione di libertà che mi dà».

Il film è effettivamente un piccolo inno d’amore al capoluogo lombardo che, aiutato dai colori primaverili e da un’ottima fotografia, si mostra al pubblico in tutta la sua bellezza e non teme il confronto con la piccola e bellissima cittadina campana, Castellabate, dove si girò il Benvenuti al sud. L’impressione è che i milanesi e i meridionali emigrati al nord ameranno la seconda parte molto più della prima, perché smonta uno dopo l’altro, tutti i pregiudizio sulla città meneghina fatta di superlavoratori con l’agenda sempre a portata di mano ma anche di uomini e donne che non hanno perso la voglia di stare insieme. In Benvenuti al Nord si ride di gusto delle ossessioni milanesi per gli appuntamenti e per la seconda casa in montagna e, allo stesso modo, delle ingenuità del meridionale che non riconosce il sushi e crede sia un piatto “indietro nella cottura” e che pensa che tanto al Nord sono tutti menefreghisti e cattivi. Il regista Miniero lo ha definito un po’ arditamente un film “sul lavoro”. Di certo è una pellicola divertente che sfata molti miti e che contribuisce ad avvicinare due realtà, quella meridionale e quella settentrionale, ancora troppo distanti e che invece hanno più di un pregio e di un difetto in comune.

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