Alla Milano di Pisapia mancava solo la Stasi comunale. Adesso ce l’ha

Il Consiglio ha approvato una mozione del Pd per dare ai dipendenti del Comune la possibilità di denunciare reati anche in forma anonima (whistleblowing). Per il Corriere della Sera è «delazione legalizzata», «logica del sospetto»

Il 17 giugno il Consiglio comunale di Milano ha approvato la mozione proposta dal presidente della locale commissione antimafia David Gentili (Pd) che chiede alla giunta Pisapia di includere nel Piano Anticorruzione la creazione di uno strumento informatico che consenta ai dipendenti dell’ente il cosiddetto “whistleblowing”, in pratica una denuncia, anche anonima, di reati o irregolarità da parte della pubblica amministrazione. Oggi sul Corriere della Sera Milano Claudio Schirinzi, in un editoriale significativamente intitolato “Delatori per legge”, esprime qualche importante perplessità su questa «sorta di buca delle lettere informatica nella quale raccogliere le denunce anonime».

BUONAFEDE ANONIMA? «I rischi di questa operazione sono fin troppo evidenti», scrive Schirinzi. E il primo rischio riguarda sicuramente il diffondersi di calunnie. «Come evitare che l’impiegato frustrato scateni questo “venticello” per colpire il capufficio severo o per mettere fuori gioco il collega che gli contende una promozione?». Certo, riflette il commentatore del Corriere, bisogna sempre presupporre la buonafede delle persone, ma si può attribuire buona fede a un “delatore” che non ci mette nome e cognome? «Chi deciderà sulla buonafede delle denunce anonime? Chi valuterà la loro consistenza?». Nella mozione si parla di un “Organismo di vigilanza autonomo e indipendente”. «Ma non è forse la magistratura l’unica istituzione titolata a valutare la fondatezza di una notizia di reato?», obietta Schirinzi. «E allora questo organismo che cosa potrà fare se non trasmettere a Palazzo di giustizia tutte le segnalazioni?».

UNA RETE PER PESCI PICCOLI. L’editoriale del Corriere azzarda addirittura un paragonare con la Stasi della Germania dell’Est. Nemmeno l’esasperato controllo del servizio segreto della Ddr, però, «riuscì a prevedere e tantomeno a evitare l’abbattimento del Muro di Berlino», precisa Schirinzi. «Riuscirà il “whistleblowing” a combattere corruzione, concussione, peculato e turbative d’asta?». Magari si riuscirà a incastrare «qualche piccolo furfante (di quelli, per intenderci, che pretendono una bustarella per un’insegna di negozio o per la ristrutturazione di un appartamento)»; tuttavia sarà «difficile che vengano messi sotto accusa i veri centri di potere, quelli che hanno rapporti diretti con la politica e si muovono sopra il livello amministrativo alimentando la grande corruzione». Di certo, però, il prezzo che pagherebbero il Comune e i suoi dipendenti in cambio di questo magro bottino sarebbe altissimo. Innanzitutto in termini di “clima” lavorativo. Perché, avverte il Corriere, «quando si entra nella logica del sospetto tutto finisce per essere messo in discussione».

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