Medico di mamme disabili: «Gravissimo che si tolgano i figli ai malati»

«Curo madri disabili da 22 anni. I loro figli? Felici e forti. Le mamme? Sanno dare più amore di tante altre», così la dottoressa Marialuisa Framarino dei Malatesta interviene sul caso di Abbie Dorn, l'americana disabile a cui è stato vietato di vedere i figli dal padre perché malata

«Seguo madri disabili da ventidue anni e non ho mai visto un loro figlio problematico, se mai vengono su più forti degli altri», così Marialuisa Framarino dei Malatesta, ginecologa del Policlinico di Roma e docente all’università La Sapienza reagisce alla storia di Abbie Dorn, la 34enne americana a cui sono stati tolti i figli dal marito, dopo aver subito danni al cervello successivi al parto. Secondo il marito i tre gemellini ne avrebbero risentito: la mamma doveva essere cancellata dalla loro vita buttando persino foto o possibili oggetti che ne richiamassero l’esistenza. Così, per anni i piccoli non hanno più saputo nulla della mamma.

La dottoressa Framarino dei Malatesta si dice incredula: «Ho iniziato a seguire le madri disabili quando una mia amica ebbe dei danni fisici dovuti al parto. Oggi il figlio sta benissimo ed è un ragazzo contento». Ma ci sono anche situazioni più gravi come «pazienti che non deambulano né si muovono più, parlo di chi ha la sclerosi multipla o un’atrofia muscolare grave». In quei casi come reagiscono i bambini? «Non ho mai visto uno di loro crescere con disagi psicofisici. Certo fin da bimbi sanno cosa significhi la sofferenza, perché vedono la persona più cara che hanno viverla costantemente, ma può essere questo un motivo perché sia negata la patria potestà? Una madre ha un solo compito: dare amore. Queste donne a volte sono più capaci di amare di madri sane». E non solo sono felici, «di solito questi bambini sono anche dotati di generosità e di una grande resistenza alla fatica. Penso che sia più diseducativo nascondere la sofferenza, che fa parte della vita, e non dare amore che soffrire amando: nel primo caso crescono bambini deboli ed egoisti nel secondo forti, aperti e capaci di accogliere l’esistenza così come si presenta». Per questo molte mamme disabili decidono di affrontare gravidanze anche quando sono già malate e «io do loro un aiuto anche in questo caso».

Quello che sta capitando a Abbie Dorn dovrebbe far alzare un polverone, perciò, conclude la dottoressa, «mi sconvolge che tranne qualche testata nessuno parli di un’ingiustizia di questo genere, che per altro si protrae da ben quattro anni».

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