Materazzi, ascoltami. Meglio cattivi che falsi

Marco Materazzi mi sta simpatico e voglio dargli un consiglio, soprattutto dopo che anche i suoi figli riescono a litigare su una spiaggia per un castello di sabbia conteso con dei bambini crucchi. Caro Matrix, sient’a me. Eri un terzinaccio sgrauso e sei diventato uno dei migliori in circolazione. Hai testa e piedi, sei l’unico mercenario italiano ammesso a corte da Massimo Moratti. Hai faticato tra beffardi critici e sospettosi tifosi per toglierti di dosso la fama di oscuro buttafuori dell’area di rigore.
Sei un grande calciatore. Punto. Nella vita, non si può avere tutto. In Italia, ad esempio, ci dobbiamo beccare Prodi, Grillo, Santoro, Berlusconi, i lavavetri, l’isola dei famosi, Diliberto, la roscia Brambilla e la Sampdoria. Eppure campiamo lo stesso. Quindi accontentati di essere un ottimo giocatore, non sforzarti di essere anche buono. Non c’è verso. Ormai, anche quando non c’entri niente, finisci in mezzo a qualche casino. Mi ricordi Dustin Hoffman in Vigilato speciale. Esce di galera e cerca di rigare dritto, ma preconcetti e burocrazia, ispezioni e maldicenze glielo impediscono. Così torna a rapinare banche. Ecco, io non ti dico di rimetterti a tirare calcioni, però fregatene se ti riappioppano la fama di cattivo. Tienitela, gioca e ricordati che di cattivi, in questo paese, ce ne sono tanti e tutti molto peggiori di te. Compresi molti di quelli che ti fanno la morale.

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