Maschere antigas e bunker. Così gli apocalittici sopravviveranno ai Maya

È partita ieri una serie tv dedicata ai prepper italiani. Uomini e donne che si preparano alla fine del mondo. Andando a caccia, rifugiandosi in montagna o costruendo un bunker.

Ormai l’abbiamo capito tutti, questa storia del calendario Maya è un ottimo modo per attirare spettatori, lettori, curiosi. Ovunque si parla di come preparasi all’Armageddon, si scherza su cosa fare negli ultimi giorni (a proposito, ne mancano 18) e le trasmissioni televisive a tema “Sopravvivenza e dintorni” si sprecano. Giacobbo probabilmente ha piantato una tenda a Chichen Itza e, con una telecamera sull’elemetto, aspetta di riprendere il momento finale, mentre qui in Italia c’è chi, con serafica calma e certosina precisione, si prepara ad affrontare il nemico. Non certo per soccombergli.

GLI APOCALITTICI. National Geographic Channel è un canale satellitare che appassiona gli amanti dell’avventura, degli animali, della natura. Da un po’ di tempo su queste frequenze si sintonizzano anche i prepper. Si chiamano così, infatti, le persone che, in gruppo o da soli, si preparano a gestire le emergenze. Lavorano instancabilmente per non farsi cogliere impreparati dall’arrivo di qualsiasi disastro. Che sia naturale, ecologico, economico, politico, sociale o medico. Studiano strategie, costruiscono bunker, si allenano a usare le armi, fanno scorte di cibo e di acqua, imparano a procacciarsi il cibo da soli. E lo fanno giorno dopo giorno. Sono loro i protagonisti del programma Apocalittici, che racconta il mondo di queste persone, a dir la verità dall’aspetto e dalle usanze un po’ bizzarre. Ci sono quelli che provano il piano di evacuazione con i figli piccolini e gli animali domestici, quelli che nascondono acqua e cibarie anche sotto il tappeto, quelli che lavorano al perfezionamento delle loro maschere antigas. Ognuno ha la sua catastrofe e sono convinti che sia imminente.

ITALIAN PREPPER. Ieri, invece, è partita la versione made in Italy della trasmissione, dall’eloquente titolo Gli apocalittici italiani. C’è Marco, milanese, che ha fondato un sito per scambiarsi tecniche e strategie di sopravvivenza. Giuseppe, provetto cacciatore con arco e frecce, Andrea, che si allena in montagna per sopravvivere senza viveri e acqua, Piero, che vive in Svizzera e si è creato un rifugio segreto dove sopravvivere all’imminente collasso economico. E infine c’è Loretta, nobildonna toscana, che si è trasferita sull’altopiano di Asiago perché i suoi maestri ascesi, che le parlano durante la meditazione, le hanno indicato quello come luogo sicuro che non sarà preda dell’Armageddon. Follia? Paura dei Maya? Sul sito prepper,it, fondato da Marco, si tende a sfatare questo mito degli apocalittici: «Non siamo ansiosi e paranoici, non abbiamo paura dei Maya». Ma della fine del mondo a causa di una tempesta solare o di una mega moria di specie viventi o di un super terremoto sì. E sono anche sicuri che saranno gli unici a sopravvivere. Che fortuna.

 

@paoladant

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