Maroni: «Paghiamo i debiti della Pa e salviamo le imprese». Ecco come

Con Credito InCassa le imprese lombarde cedono a società di factoring il proprio credito scaduto in cambio di liquidità. Applausi da Confcommercio e Ambrosoli

Eccola «la rivoluzione della concretezza» targata Lega. La Lombardia di Maroni attraverso Credito InCassa garantirà sul ripianamento dei debiti delle pubbliche amministrazioni (province e comuni) fino a un miliardo di euro. Che vuol dire dare respiro a circa 15 mila imprese lombarde.

E mentre il ministro Fabrizio Saccomanni fa sapere che solo a dicembre si potranno monitorare i primi effetti sull’economia dello sblocco dei 20 miliardi delle pubbliche amministrazioni, ci pensa uno studio della Cgia di Mestre a fare capire quale sia la situazione attuale: 120 miliardi di euro il credito delle aziende italiane nei confronti della pubblica amministrazione. Secondo i calcoli un’impresa su tre chiude per troppi crediti non incassati: una situazione che dal 2008 al 2012 ha costretto al fallimento 15.100 imprenditori. Dunque i calcoli della Banca d’Italia che stimavano in 90 miliardi il debito della Pa nei confronti delle imprese sarebbe errato, «sottodimensionato di almeno 30 miliardi», spiega Giuseppe Bortolussi segretario della Cgia. Per capire cosa vuole dire aspettare un pagamento nel nostro paese: la Finlandia è il primo Stato in Europa per la rapidità con cui le Pa saldano i propri debiti (24 giorni); l’Italia è il fanalino di coda, con un tempo medio di 170 giornate.

Proprio in questa situazione arriva il dispositivo firmato Maroni. Si chiama Credito InCassa: le imprese potranno cedere alle società di factoring il proprio credito scaduto ricavandone in cambio liquidità. La Regione garantirà i successivi pagamenti e ridurrà gli oneri finanziari connessi alla compravendita del credito. Il totale messo a disposizione è di un miliardo di euro. I requisiti? Un credito scaduto certificato, da un minimo di 10 mila euro fino a un massimo di un milione e 300 mila. Il governatore lombardo si gode il momento e pizzica il governo: «Il nostro piano funzionerà, il loro no», perché «il nostro provvedimento finanzia direttamente le imprese, quello dello Stato gli enti locali». Plausi convinti arrivano da Confcommercio Lombardia che, attraverso il presidente Carlo Sangali, afferma: «Finalmente è arrivata una vera buona notizia». E i complimenti arrivano anche dall’opposizione: «Diamo a Cesare quel che è di Cesare, questo provvedimento è cosa buona», fa sapere Umberto Ambrosoli con un tweet.

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