La marijuana a Detroit ora è anche drive-through. E l'”erba” legale torna ad essere un problema

Mentre i dispensari spuntano come funghi, aumentano i dubbi sul reale «scopo terapeutico» della vendita di cannabis. E il sindaco pensa di correre ai ripari

C’era da immaginarselo che nel regno dei fast food anche i rivenditori di marijuana legale si sarebbero prima o poi ingegnati allo stesso modo per arrivare a raggiungere ogni angolo di territorio e ogni potenziale consumatore. E così per esempio Detroit, dove da qualche anno la cannabis può essere distribuita a scopo “terapeutico”, adesso ha scoperto di avere almeno tre servizi “drive-through” aperti in città. Dispensari presso i quali i clienti possono procurarsi l'”erba” senza neanche scendere dall’automobile, e dove – racconta il Detroit Free Press –«la marijuana è distribuita come gli hamburger e le patatine». Comprensibili le preoccupazioni delle autorità locali.

DENUNCE E SPARATORIE. A Detroit, infatti, ci sono già decine di negozi che vendono legalmente la “medical marijuana”, ma si moltiplicano le denunce di casi di “dispensari” irregolari che spuntano come funghi, alimentando il timore che si sviluppi il mercato parallelo (e per niente “terapeutico”) della cannabis. Per di più recentemente nei pressi di due differenti “pot shop” si sono verificate sparatorie. Perciò l’amministrazione della capitale del Michigan si è decisa ad affrontare il problema. Il sindaco, Mike Duggan, sta studiando l’ipotesi chiudere i drive-through e di regolare in modo rigido l’apertura di questi esercizi commerciali per lo meno nelle aree prossime alle scuole o alle chiese, mentre c’è chi ipotizza un inasprimento delle tasse sulla marijuana. Ma chi si oppone alla restrizione ricorda che chiese e scuole sono presenti in ogni isolato e che un’ulteriore imposta porrebbe un freno a un’industria che promette ottimi affari per chi ci investe e considerevoli introiti fiscali per le casse pubbliche.

«NESSUN PROBLEMA». I proprietari dei dispensari che Duggan potrebbe colpire si difendono spiegando che la loro intenzione era quella di abbattere le barriere per i malati che a causa della loro disabilità non avrebbero altro modo di ottenere la droga. «So che il sindaco è preoccupato per via del “servizio in auto”, ma ci sono pazienti che non si possono muovere, che non possono entrare e uscire da un negozio con le proprie gambe», si giustifica Kim G., proprietaria di uno dei distributori cittadini, contattata dal Detroit Free Press. E poi, fa notare una consumatrice di cannabis, Lisa Price, «dal momento in cui la marijuana è legale e sei in possesso di una tessera sanitaria, non dovrebbe esserci alcun un problema», visto che così prevede la legge.

NEGOZI LEGALI O NO? Restano solo le proteste dei residenti nelle zone in cui si sono verificate le sparatorie e i dubbi sollevati dal consigliere comunale Scott Benson, che nota come il proliferare dei dispensari ponga «qualche dubbio sul loro intento di vendere marijuana a scopo terapeutico». Ma Kisha Smitt, manager della Green River Meds, società che distribuisce la cannabis in città, ribadisce che c’è poco da fare, dato che tutto avviene secondo la legge e le ordinanze amministrative. In realtà Robin Schneider, responsabile degli affari legali di una locale associazione di distributori di marijuana, ammette che a causa delle controversie sull’interpretazione delle norme, i dispensari non ricevono licenze, e perciò nessuno sa quanti ce ne siano davvero nel Michigan. Eppure, aggiunge, qui negozi «assicurano che i pazienti accedano a un prodotto pulito, sicuro e testato. E che i diversi tipi di marijuana medica siano disponibili, inclusi quelli che non si assumono fumando».

@frigeriobenedet

Foto drive-thru da Shutterstock

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