Lune rosse e notti in bianco

Lune rosse e notti in bianco

L’altra notte mi stavo avventurando in bagno (l’età), quando ho sentito un mormorio provenire dal tinello. Circospetto, ho aperto la porta e sono stato accolto da un urlo: “Cazza la randa”. Era la zia di mia moglie, ospite a casa nostra, che si contorceva davanti alla Tv per Luna Rossa. Ho richiuso la porta, sconcertato e preoccupato. Un caso, mi sono detto, l’insonnia, evidentemente. Il giorno dopo, al mercato del giovedì, ho chiesto al mio verduraio di fiducia un chilo di arance e mi sono visto arrivare un sacchetto di pomodori pachino. “Stai male?” gli ho chiesto. “Scusa, sono mezzo addormentato. Ho guardato Luna Rossa fino alle quattro”. Allora, onestamente, riconosco la mia sconfitta: i fabbricanti di miti, i grandi imbonitori del circo mediatico, gli snob in servizio permanente effettivo, hanno vinto la loro battaglia, trasformando una barca in un evento. Confesso che pensavo che avreste resistito di più, che non avreste abboccato. Capisco, ma non mi adeguo. E se non riesco a dormire, guardo Maurizia Paradiso.

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