L’opera che restituisce la percezione di sé

Galleria Oredaria

Una macroscopica retina, Retina Spaziale Are You, questo il nome di una delle opere più significative della quarta edizione di “Roma – The Road to Contemporary Art”, esposta nello stand della Galleria Oredaria Arti Contemporanee di Roma (oredaria.it). La giovane artista che l’ha concepita ha iniziato il percorso creativo da una visione intraoculare, cioè dallo studio di un organo come la retina capace di captare, filtrare e poi trasmettere al cervello i segnali provenienti da una fonte esterna, dalle particelle di luce che rifrangono la percezione umana.

La riflessione su come noi umani possiamo essere i creatori della realtà percepita ha suggerito all’artista la visione di multiformi elementi galleggianti che si muovono quasi respirando e comunicando fra loro in uno spazio reticolare elastico e attraversabile che si dilata e contrae al minimo tocco, trasformando emozioni e impulsi ricevuti fino a renderli parte di un codice universale. L’opera, (4,35 x 4,35 metri) è realizzata con tondi siliconici elastici vulcanizzati al platino, materiale isolante, resina, ganci e più di 920 ore di lavorazione. L’ingegneria della pazienza ha permesso la realizzazione di un lavoro che interagisce con lo spettatore.

È così che questi elementi e questi simboli si uniscono in una esplosione archetipa che rappresenta il nostro esistere, il nostro venire alla luce. La Retina spaziale come elemento orizzontale e verticale dell’umano diviene dunque un varco oltrepassabile della nostra identità. Marianna Masciolini comunicando con l’universo a partire dal senso primario della vista restituisce a chi guarda la suggestione originaria della propria percezione: Are You.
Emanuele Gallo Perozzi

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