Lo Swindon vola, ma finiscono i prestiti. Di Canio: «Li pago io»

L’ennesimo gesto che renderà orgogliosi i “Ferrovieri” del tecnico che siede sulla loro panchina. Paolo Di Canio non finisce mai di stupire, e per proseguire la cavalcata trionfale del suo Swindon verso la promozione ha offerto di pagare di sua tasca gli stipendi di alcune pedine fondamentali della squadra in prestito, già pronte a tornare nelle società cui appartengono.

CERCANO IL DOPPIO SALTO. La squadra marcia a passo spedito verso i play-off. E il merito sta anche nella bravura del suo tecnico, capace di trasmettere allo Swindon tutto il piglio che ha contraddistinto la sua carriera da calciatore. Un anno fa William Patey, presidente dei Railwaymen, sceglieva il giovane tecnico romano come guida per la risalita verso il grande calcio di questo piccolo club dalla storia mitica: subito arrivò la promozione in League One, da dove ora cercano il doppio salto in Championship. Ma in Inghilterra numerosi prestiti vengono siglati per pochi mesi, così alcuni dei leader di questa squadra rischiano di dover salutare il County Ground a breve: Danny Holland è già tornato a Londra per vestire la maglia del Charlton, e il giovane John Bostock è prossimo a riabbracciare i compagni del Tottenham.

«LI PAGO IO». Ma Di Canio non ci sta: «Farò di tutto per tenerli, e non è una provocazione», diceva ieri alla BBC: «Spenderò 30mila sterline, perché con loro possiamo vincere». Nell’ultimo mese 4 vittorie consecutive, 16 reti segnate e 0 subite: un filone che ha lanciato la squadra in piena zona play-off, a 5 punti dal secondo posto, valido per la promozione diretta. Ma le partenze di alcuni giocatori rischiano di arrestare qui la corsa: «Quando morirò preferirò avere meno soldi, ma una vittoria in più. In passato ho speso tanti soldi per avvocati, credete non possa tirarli fuori per i miei giocatori?». Parole che hanno scosso l’ambiente, e molto: Chris Martin, attaccante che era pronto a tornare al Norwich, ieri ha rinnovato il suo prestito per un altro mese.

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@LeleMichela

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