Lo spirito umanitario di Diliberto, Rutelli & C.

«In base alla mia esperienza posso dire che il compito più difficile per ogni servizio segreto del mondo è portare al proprio governo informazioni precise anche quando queste non rispondono ai desideri dei governanti o alle politiche che questi hanno deciso di percorrere», dice Markus Wolf alla Stampa.

«In base alla mia esperienza posso dire che il compito più difficile per ogni servizio segreto del mondo è portare al proprio governo informazioni precise anche quando queste non rispondono ai desideri dei governanti o alle politiche che questi hanno deciso di percorrere», dice Markus Wolf alla Stampa. Un’osservazione preziosa della spia più brillante del Secondo dopoguerra: non volersi far dire la verità neanche dai propri collaboratori è un vizio che accomuna tutti i leader di destra e di sinistra, occidentali e orientali. Forse un rimedio è scegliere come premier una spia. Così hanno fatto in Russia. *** «Il mondo musulmano è oggi pieno di bigotti, fanatici, ipocriti o semplicemente ignoranti. Questa realtà serve come terreno di coltura per criminali come bin Laden»: un’altra gaffe di Silvio Berlusconi? No, così scrive Amir Taheri, saggista e giornalista iraniano, sul Wall Street Journal. *** «Credo che bin Laden per gli Stati Uniti e gli Stati Uniti per bin Laden siano due polarità ottimamente funzionali al desiderio di ridurre la complessità della nostra società globalizzata, dove è tutto telematicamente collegato», dice Vincent Crapanzano al Manifesto. Il tono scientificizzato non toglie a una scemenza la sua essenza di scemenza. *** «Non si fa guerra con un terrorista. E non si batte nessuno prendendo bin Laden» dice Carlo Palermo a Venerdì. Il tono giudiziario non toglie a una scemenza la sua essenza di scemenza. *** «In primo luogo bisognerebbe smettere di alimentare odio e sospetto dando spazio a tutti i momenti di incontro e confronto tra le diverse culture e religioni», dice Dacia Maraini a Liberazione. Nelle sue rubrichine su giornali femminili la Maraini spesso ci spiega come si debba combattere la violenza privata contro le donne e nelle famiglie, e non manca di rivendicare l’indispensabile ruolo della repressione. Poi, quando la violenza diventa pubblica con la strage di migliaia di innocenti, tutta la voglia di contrastarla nelle forme possibili e necessarie, non esiste più. Visione ristretta o anima piccina? *** «Saddam Hussein è un uomo alto, affascinante, di buona cultura occidentale. Quando lo intervistai dieci anni fa si presentò con un vestito francese di ottimo taglio», scrive Bruno Vespa sul Giorno. Hussein mica la Roosvelt, e poi dicono che uno diventa vespista piuttosto che biagista. *** «Non ce la possiamo fare coi bombardamenti, non più di quanto potemmo farcela in Kosovo», dice Paddy Ashdown al Guardian. Che i bombardamenti facciano schifo è cosa su cui conviene qualsiasi persona di normali sentimenti. Che i bombardamenti per il Kosovo abbiano avuto degli effetti positivi (dalla fine dei massacri etnici alla caduta di Slobodan Milosevic), è cosa facilmente comprensibile a chiunque voglia guardare le cose come stanno. *** «A noi del Pcdi si possono rimproverare tante cose ma non lo spirito umanitario. Ricordo che proprio per salvare il governo Prodi abbiamo fatto una scissione dolorisissima», dice Oliviero Diliberto al Messaggero. Ricorda male, non fu per salvare il governo Prodi ma per fare quello D’Alema. E, poi, fare una scissione è indice di spirito umanitario? Fare una simile affermazione, semmai, è indice di un altro spirito: e a più alta gradazione. *** «Berlusconi e il centrodestra sono in piena crisi», dice Francesco Rutelli alla Repubblica. Senti chi parla. Gnegne gnegne.

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