Lo Jugendamt gli ha tolto i figli ma per la giustizia italiana i rapitori sono loro

Silvia Kalina, cittadina tedesca di origine russa, madre single di una ragazzina finita a sua volta nelle mani dello Jugendamt. Estradata in Italia, oggi si trova a San Vittore, in attesa del processo. Mentre un cancro la sta uccidendo.

Ceed (Conseil européen des enfants du divorce) si definisce un’associazione di genitori e nonni «vittime di rapimenti internazionali di bambini», più in particolare della giustizia familiare tedesca. In Italia si è iniziato a parlarne nel luglio scorso, quando le indagini sul caso di Marinella Colombo – Tempi ne ha parlato qui – hanno portato su richiesta della procura di Milano all’arresto di alcuni membri dell’associazione. Il Ceed è stato fondato dal francese Olivier Karrer, uno degli arrestati, a cui lo Jugendamt ha tolto il figlio di 4 anni. In questi anni ha denunciato gli abusi delle convenzioni europee operati dallo Jugendamt, l’ente statale tedesco che interviene nelle cause di divorzio tra genitori con figli minori, soprattutto se a separarsi sono coppie binazionali. Il Ceed, con petizioni e interrogazioni presentate al Parlamento europeo, accusa lo Jugendamt di anteporre le origini tedesche del bimbo al suo vero bene, facendo in modo che nessun minore lasci la Germania, che l’affido esclusivo non venga concesso al genitore straniero e ostacolando i suoi rapporti con il figlio.

Le indagini milanesi, coordinate dal procuratore aggiunto Pietro Forno, sono iniziate nel marzo 2011 quando la Colombo è stata arrestata con l’accusa di sottrazione di minori. Secondo l’accusa stava per scappare con i suoi figli, Leonardo e Nicolò, in Libano. La procura si è basata su intercettazioni le cui traduzioni sono state contestate dagli avvocati della difesa. Quanto a Karrer, è accusato di aver ricevuto denaro dalla Colombo per organizzare la fuga. La prova? La testimonianza di una cittadina tedesca, Nicole Kaendler, che afferma sotto giuramento di non conoscere Marinella ma di aver avuto da lei un messaggio nel quale le dice che avrebbe pagato Karrer. La donna non ha mai mostrato questo messaggio, ma poco importa: Karrer e altre 3 persone sono in carcere.

Stando all’ordinanza firmata dal gip Luigi Varanelli, il Ceed sarebbe un’associazione per delinquere «dotata di mezzi, denaro, appoggi logistici in diversi paesi europei ed extraeuropei, finalizzata a sottrarre, dietro compenso, una serie indeterminata di minori oggetto di contesa tra genitori tedeschi e genitori di diversa nazionalità». Il processo non è ancora iniziato ma ovviamente la stampa ha già emesso il suo verdetto: tutti criminali, non v’è altra soluzione che il carcere. Tra gli arrestati c’è anche Silvia Kalina, cittadina tedesca di origine russa, madre single di una ragazzina finita a sua volta nelle mani dello Jugendamt. Estradata in Italia, oggi si trova a San Vittore, in attesa del processo. Mentre un cancro la sta uccidendo.

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