Linciaggio di alcuni magistrati o di alcuni giornalisti?

Quando il procuratore Giancarlo Caselli chiede trecento milioni e tre mesi di carcere per Pier Luigi Battista (e il solito Giuliano Ferrara)

Il suo saggio che uscirà da Laterza nell’ultimo volume della “Storia d’Italia” (a cura di Giovanni Sabbatucci e Vittorio Vidotto) ha appena raccolto lodi sperticate dalle insospettabili colonne dell’Espresso. Eppure nemmeno Pier Luigi Battista, opinionista e inviato della Stampa di Torino, riesce a mantenere il suo consueto aplomb al pensiero che l’ex procuratore di Palermo abbia potuto dichiarare che l’assoluzione di Andreotti abbia scatenato il “linciaggio contro alcuni magistrati”. “Ma dove sarebbe questo linciaggio? Qualcuno ha detto che c’è stato un pessimo uso dei pentiti e che si costruiscono teoremi giudiziari: non è un linciaggio, è una constatazione. Quest’uso allusivo di termini è un dramma”. Semmai il “linciaggio” talvolta ha riguardato e riguarda la libertà di stampa. Ne sa qualcosa lo stesso Battista. “Già, io sono stato appena condannato, insieme a Giuliano Ferrara, per un articolo critico che ho scritto su Panorama sull’operato di Caselli e Lo Forte. Articolo che, come è successo a tanti altri colleghi non allineati con le posizioni di certe procure, loro hanno ritenuto diffamatorio. Sono partiti chiedendo 3 mesi e 300 milioni, adesso devo risarcire solo 50 milioni, ma hanno chiesto 3 mesi, capisci, tre mesi di carcere per un articolo!? È una cosa dell’altro mondo”. Sì, certo, anche se poi alcuni possono definire “lurida” una sentenza e passare come i gentlemen del “diritto di cronaca”.

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