Libia, l’Onu firma le sanzioni contro il regime di Gheddafi

Il documento firmato contro il leader libico Muammar Gheddafi prevede che i 192 Paesi delle Nazioni Unite congelino «senza ritardo tutti i fondi, le disponibilità finanziarie e le risorse economiche» di Gheddafi, otto dei suoi figli, due cugini e undici esponenti del regime. Deciso l'embargo sulle forniture di armi e il deferimento alla Corte dell'Aja

Il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha approvato all’unanimità la risoluzione 1970, deplorando la «grave e sistematica violazione dei diritti umani, tra cui la repressione di manifestanti pacifici». Il documento firmato contro il leader libico Muammar Gheddafi prevede, al fine di porre termine alle violenze alle vittime, prevede che i 192 Paesi che fanno parte delle Nazioni Unite congelino «senza ritardo tutti i fondi, le disponibilità finanziarie e le risorse economiche» di Gheddafi, otto dei suoi figli, due cugini e undici esponenti del regime. Inoltre, è stato deciso l’embargo sulle forniture di armi e il deferimento alla Corte dell’Aja.

Il Segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon ha dichiarato: «Spero che il messaggio sia ascoltato e preso in considerazione dal regime in Libia. Il voto manda un messaggio forte che le gravi violazioni dei diritti umani di base non possono essere tollerate».

Catherine Ashton, Alto rappresentante per la politica estera europea, ha chiesto la fine «immediata» delle violenze: «Gheddafi sa che azioni inaccettabili e scandalose avranno conseguenze. L’impunità contro i crimini commessi non sarà tollerata. Le sanzioni della Ue saranno formalmente adottate nel più breve tempo possibile». Anche Roma è rimasta soddisfatta dalle decisioni del Consiglio Onu. «L’Italia ha condiviso sin dall’inizio con i principali partner europei e con gli Stati Uniti la linea delle sanzioni mirate, che poi verranno riprese e articolate ulteriormente dall’Unione europea – ha detto il portavoce della Farnesina Maurizio Massari -. Il voto all’unanimità è molto significativo e dimostra un salto di qualità sia dell’Onu che dell’Unione europea, in particolare nella parte della risoluzione che prevede il deferimento dei crimini commessi in Libia dopo il 15 febbraio alla Corte penale internazionale».

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