Libia: la Lega critica il governo, le tribù si appellano contro Gheddafi – Rassegna stampa/2

Ancora scontri in Libia, ieri colpite Zintan e Misurata. I capi di 61 tribù hanno firmato un documento che prevede la ricostruzione di un paese unito senza Muammar Gheddafi. L’Italia annuncia l’invio di otto caccia pronti a bombardare. La Lega dice no all’intervento e chiede il voto alle camere

Le truppe di Muammar Gheddafi continuano ad attaccare e la guerra in Libia si fa sempre più cruenta. “Zintan, cittadina nelle mani degli insorti a circa 160 chilometri da Tripoli, è stata ieri martellata dai razzi Grad lanciati dalle milizie del Colonnello. (…) Alle 6 di sera colpi di mortaio hanno centrato diverse abitazioni nei quartieri occidentali di Misurata, città sotto assedio ormai da due mesi, e dove, a sentire il commissario europeo agli aiuti umanitari, Kristalina Georgieva, la situazione è davvero vicina al collasso” (Repubblica, p. 4). Gli uomini di Gheddafi sono anche penetrati nell’ambasciata italiana a Tripoli e hanno sostituito il tricolore con il vessillo verde della rivoluzione.

Ieri i capi e i rappresentanti di 61 tribù libiche hanno firmato un documento in cui affermano il progetto di ricostruire una Libia unita, una volta che Gheddafi avrà lasciato il potere. Il documento è stato pubblicato dallo scrittore Bernard-Henri Lévy e contiene, tra le adesioni, quella di Khalifa Saleh al Kadhafi, uno dei capi della tribù da cui proviene Muammar Gheddafi.

Intanto il ministro della Difesa Ignazio La Russa sancisce l’inizio della nuova fase dell’impegno italiano in Libia. “«Otto caccia sono già pronti a bombardare le postazioni militari di Gheddafi e attendono solo che la Nato assegni gli obbiettivi da colpire. (…) L’impiego delle nostre forze aeree, avverrà con sistemi di arma ad alta precisione per evitare ogni danno collaterale. Non è un cambio di strategia, ma un aggiustamento agli sforzi della comunità internazionale»” (Repubblica, p. 3).

Il premier Silvio Berlusconi e il presidente Giorgio Napolitano vedono ormai il nuovo impegno in Libia come necessario, ma la Lega Nord non nasconde il dissenso. Già martedì il leader Umberto Bossi aveva dichiarato: «Non sono d’accordo sui bombardamenti in Libia. Le guerre non si fanno e comunque non si annunciano così» e ora i leghisti chiedono il voto alle camere.

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