Libia, Gheddafi attacca su tre fronti: mediatico, diplomatico e militare – Rassegna stampa/2

Muammar Gheddafi va in tv e minaccia l’Occidente, spedisce emissari in Europa per cercare un appoggio diplomatico, e sgancia bombe sui ribelli a Zawiyah e Ras Lanuf. Portavoce del Consiglio nazionale libico: «Sono in corso colloqui con il governo italiano che vanno nella giusta direzione». Inizia la ritirata dei ribelli da Ras Lanuf

Mentre l’Unione europea sta discutendo l’approvazione di pesanti sanzioni per il regime libico – la firma è prevista per domani – Muammar Gheddafi continua la sua offensiva e si muove su tre fronti: sul piano mediatico, diplomatico e militare.

Intervistato ieri dalle televisioni francese e turca, Gheddafi accusa l’Occidente di condurre un «complotto colonialista» contro la Libia. Rivolgendosi in particolare alla Francia, che assieme alla Gran Bretagna sostiene la strategia della no-fly zone, il Colonnello dichiara che il popolo libico imbraccerà le armi e non esclude misure di rappresaglia contro Parigi.

Infine ha posto una taglia di 290mila euro sulla cattura e la consegna di Mustafa Abdel Jalil, presidente del Consiglio nazionale libico, organismo che rappresenta gli insorti e ha sede a Bengasi.

Muammar Gheddafi ha anche iniziato la sua offensiva diplomatica. Tre jet privati appartenenti alla famiglia del rais sono decollati da Tripoli e, smentite le voci iniziali che parlavano di una fuga dalla Libia, hanno portato emissari del Colonnello verso il Cairo, Malta, Lisbona e Bruxelles per cercare un appoggio diplomatico.

Anche i ribelli si muovno sul piano diplomatico: da Bengasi “il portavoce del Consiglio nazionale, Abdel Hafiz al-Ghogha, ha fatto sapere  che «ci sono contatti con il governo italiano che stanno andando nella giusta direzione. Abbiamo avuto colloqui telefonici con il ministro degli Esteri Franco Frattini»” (Avvenire, p. 7).

“Intanto Gheddafi continua a riconquistare terreno nell’ovest del Paese. I carri armati delle forze fedeli al Colonnello hanno dato l’assalto finale ai rivoltosi assediati nel centro di [Zawiyah]. Ma secondo i rivoltosi, il centro della città è ancora sotto il loro controllo” (Avvenire, p. 7).

Si continua a combattere anche nella Libia nord-orientale, “dove il regime ha bombardato con i caccia tutta l’area di Ras Lanuf, nel golfo di Sirte, da giorni in mano ai ribelli, colpendo anche il terminale petrolifero e una cisterna di gas. […] Secondo fonti concordanti, gli insorti hanno cominciato la ritirata anche da questa città” (Avvenire, p. 7).

Exit mobile version