Libia, fonti di intelligence: i cinesi proteggono Gheddafi – Rassegna stampa/3

Ieri la tv di Stato libica ha mostrato nuove immagini di Muammar Gheddafi ma non è possibile confermare la data della registrazione. Fonti di intelligence riferiscono che c'è un’ambasciata straniera che avverte il rais prima dei raid Nato, altre fonti suggeriscono la Cina come responsabile

Muammar Gheddafi è ricomparso dopo due settimane davanti alla tv di Stato libica. Le immagini mostrano il Colonnello in un hotel a Tripoli mentre incontra alcuni capi tribù. Lo speaker sostiene che l’incontro abbia avuto luogo mercoledì, tuttavia dal video non è possibile verificare la data effettiva.

Alcuni ribelli sostengono che il rais si sia nascosto nel deserto di Ash Shurayf, a 500 chilometri da Tripoli e stia preparando un piano di evacuazione verso Ciad. Comunque Gheddafi è vivo, dichiara il vescovo di Tripoli Giovanni Innocenzo Martinelli, in un posto sicuro, lontano dalla capitale.

“Secondo alcune fonti di intelligence, riportate anche dal sito israeliano Debka, un’ambasciata straniera dà l’allarme al regime quando stanno per iniziare i raid della Nato, fornendo i dettagli degli obbiettivi che saranno colpiti. Secondo altre fonti di intelligence, gli stranieri sarebbero i cinesi, che in queste ore starebbero aiutando il colonnello Gheddafi a nascondersi, a curarsi e, se proprio andasse male, a fuggire” (il Foglio, p. 1).

“Al cinquantaquattresimo giorno di guerra si è visto di tutto: dai civili di Bengasi che si sparano sui piedi e dicono alla Nato di bombardare a qualche chilometro da una pompa di benzina nel deserto, all’ambasciata straniera che spiffera al regime la tempistica dei raid della Nato, all’Onu che autorizza la missione e poi implora un cessate il fuoco che resta inascoltato” (il Foglio, p. 1).

Intanto ieri il New York Times ha parlato di “squadroni della morte che i ribelli hanno messo in piedi a Bengasi, capitale della rivolta al terribile dittatore di Tripoli, per giustiziare gli uomini vicini al regime che non sono riusciti a scappare, o che forse si sono illusi che l’immagine cosmopolita dei ribelli fosse vera” (il Foglio, p. 1).

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