L’emozione di un viaggio a Lourdes

Oggi ricorre l'anniversario della prima apparizione della Madonna alla piccola Bernadette, l'11 febbraio del 1858. Da allora, Lourdes è meta di milioni di pellegrini che si recano al Santuario per vivere un'esperienza di fede, preghiera e speranza

Ci saranno milioni e milioni di pellegrini anche oggi, lassù sui Pirenei, su quella piccola cittadina che da luogo freddo e sperduto è diventato, da 150 anni a questa parte, la capitale della fede mariana. La prima volta che sono stata a Lourdes era l’11 febbraio del 2006, ci andavo spinta dalla curiosità. Un ragazzo che conoscevo e sua madre facevano da anni gli accompagnatori dei pellegrini in visita al santuario e io mi sono offerta di andare con loro. Un viaggio lungo e stancante quello che ci attendeva: partenza da Domodossola nel primo pomeriggio, arrivo a Lourdes la mattina, per ascoltare la prima messa in italiano che si svolgeva alle 7 del mattino, poi tutta la giornata nel santuario e ripartenza la sera, al termine della tradizionale fiaccolata.


 


La prima cosa che mi colpì fu proprio vedere il numero impressionante di persone che partivano da ogni parte del Piemonte: per lo più donne e persone anziane, ma con una grinta e un’energia da far invidia a una ragazza come me. Il viaggio è lunghissimo, ma durante tutto il percorso, i pellegrini recitano rosari e cantano inni alla Madonna, per loro è una gioia poter essere su quei pullman. Arriviamo la mattina alle 6 e 30 e come previsto assistiamo alla messa delle 7, riservata ai pellegrini di lingua italiana, che si svolge sotto la grotta in cui avvenne la prima apparizione della Madonna, l’11 febbraio del 1858.


 


L’atmosfera è bellissima: fa freddo ed è ancora buio, ma c’è un silenzio stupendo, scandito solo dalla liturgia a cui stiamo assistendo. Terminata la messa, inizia la frenetica giornata. Lourdes è piccola, ma ci sono tante cose da poter fare. Accendiamo un po’ di candele, mentre la folla comincia ad affluire copiosa, e poi tentiamo di avvicinarci ai Bagni, dove i pellegrini vengono immersi in grandi vasche colme di acqua di Lourdes. La fila è già lunghissima, preferisco lasciare il mio posto ad un’anziana signora. I momenti per raccogliersi in preghiera sono tanti e ogni luogo può rivelarsi quello giusto: ci sono cinque chiese all’interno del Santuario, oltre ad un vasto prato e molte panchine. In attesa di poter fare la via Crucis, a Lourdes è possibile anche visitare la cittadina, soprattutto i luoghi d’infanzia di Bernadette, e far visita alle sue spoglie, conservate nel convento di Nevers. E’ impressionante vedere questa suora, morta a soli 35 anni, nel 1879 in seguito ad un’attacco d’asma, perfettamente conservata. Il suo corpo non ha alcun segno di disfacimento…è di una bellezza disarmante. Sembra di assistere ad un miracolo.


 


E’ il momento di tornare verso il Santuario, ho ancora il volto di Santa Bernadette impresso nella mente. Il misticismo di quel momento e di quel ricordo stridono con le luci al neon di molti negozi di souvenir della città. Tantissimi, con i cadeau più strani e particolari, molti fanno anche sorridere. Ma, provenendo da un paesino a pochi km da San Giovanni Rotondo, dove sono conservate le spoglie di San Pio, so benissimo che questo è il dazio da pagare, del resto la gente del posto si guadagna da vivere in questo modo. Finalmente nel primo pomeriggio è il momento della Via Crucis, che a Lourdes è davvero suggestiva. Il percorso si snoda intorno alla collina che si erge accanto alle Basiliche ed è vissuto come un esercizio penitenziale. Ogni stazione è più in alto della precedente, ed è costituita da statue di ghisa di circa due metri. Sono imponenti e rassicuranti, e splendono nella loro veste dorata. Questa è la parte più delicata del pellegrinaggio: le persone anziane fanno fatica, ma nulla può distoglierle dalla loro volontà di essere presenti, anche a discapito di qualche piccolo malore. Lungo il percorso numerosi sono i gruppi che si alternano, ed è uno spettacolo bellissimo ascoltare le preghiere in decine di lingue diverse.


 


La sera sta per calare, la Grotta non è più colma di gente e sembra il momento giusto per potersi avvicinare. Le persone vi passano all’interno per ricevere la benedizione della Madonna, che nella sua apparizione, aveva chiesto che la gente venisse proprio qui in pellegrinaggio. I fedeli si muovono lentamente, sino all’entrata, toccando le pareti della roccia bagnata dall’acqua del fiume, una parete levigata dalle tante mani che l’hanno sfiorata. E’ un posto dove la disperazione lascia spazio alla speranza, dove la fede diventa qualcosa di tangibile, così come l’abbandono, da parte della gente che è arrivata sino a qui, alla volontà di Maria  Un momento di preghiera e riflessione come pochi ne possiamo trovare nella vita di tutti i giorni. Da qui in poi tutta la restante parte della giornata è una fervente attesa. Alla sera si svolgerà la processione della Luce della Fede, meglio conosciuta come “fiaccolata”. A tutti i fedeli viene data una candela con la quale, formando una lunghissima serpentina di luce, muoversi attraverso il santuario, recitando il rosario in diverse lingue. Un momento corale che simboleggia il cammino del credente verso Dio assieme ai fratelli. A fiaccolata terminata i fedeli si disperdono e iniziano a defluire fuori dal Santuario: è arrivato il momento di tornare a casa. Il ritorno sarà lungo, la stanchezza dell’intensa giornata comincia a farsi sentire, ma più grande è la gioia per essere stati in questo luogo sacro e aver assistito alla testimonianza viva della fede cristiana.

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