Le tasse più strane d’Italia

Ieri la Confesercenti ha presentato il dossier "Balzelli d'Italia. Fisco: le cento trappole per imprese e famiglie". Lo studio raccoglie le tasse più strane, più curiose e più antiche, ed è volto a sottolineare l'esigenza di una riforma fiscale

In Italia si è tornati a parlare di tasse. Si discute della proposta di Giuliano Amato e Pellegrino Capaldo e della presa di posizione del premier Silvio Berlusconi che ha escluso questa eventualità. Intanto ieri è stato presentato dalla Confesercenti un dossier intitolato “Balzelli d’Italia. Fisco: le cento trappole per imprese e famiglie”. Lo studio, hanno spiegato gli autori, «raccoglie balzelli di tutti i tipi – dai più curiosi, ai più antichi, a quelli più insopportabili – e che vuole sottolineare, anche in questo modo, l’esigenza di fare della riforma fiscale un passaggio davvero centrale per restituire al Paese prospettive di crescita solide».

 

Spulciandolo, si viene a scoprire che nel nostro paese, esistono balzelli di tutti i tipi. Per fare degli esempi: esistono le «paleotasse, datate nel tempo ma sempre in vigore» come la «tassa sui gradini: un tempo si pagava assieme ai ballatoi dei palazzi. E’ tornata di moda vista l’esigenza dei comuni di finanziare il servizio di pulizia delle strade; a doverla pagare tutti i proprietari di case che hanno i gradini d’ingresso sulla pubblica via». Oppure la «tassa sull’ombra. Se con la sporgenza della tenda di un locale, il proprietario “invade” il suolo pubblico deve pagare l’imposta per occupazione di suolo pubblico». Da menzionare in questa categoria anche la «tassa sui ballatoi. Riesumata dal Comune di Agrigento nel 2008, va pagata dai condominii che abbiano ballatoi prospicenti sulla pubblica strada» e quella sulle suppliche: «Sono soggetti ad imposta le istanze, petizioni, ricorsi, e relative memorie diretti agli uffici dell’amministrazione dello Stato tendenti ad ottenere l’emanazione di un provvedimento».

 

Il dossier è ricco di informazioni. Lo sapevate che esiste una tassa sulla farina animale, sul tricolore, sulla memoria, sulla voce e, persino, sull’aria? Tra le “migliori” (per assudità) quella “sulla disoccupazione” («Si tratta della nota tassa per la partecipazione nei concorsi pubblici. Da un decennio si riscontra sempre più spesso nei bandi di concorsi pubblici la c.d. tassa di concorso, che in mancanza di pagamento ed esibizione di avvenuto pagamento, diventa condizione di esclusione dalla procedura concorsuale»). O quella “sul morto” («Se uno muore, va pagata una tassa per il rilascio del certificato di constatazione di decesso rilasciato dall’ufficiale sanitario dell’Asl, 35 euro più un euro di bollettino postale»).
Ce ne è veramente per tutti i gusti. Se non siete riusciti a ridere, ma siete un po’ arrabbiati, potete sempre cercare di protestare e tentare di far valere le vostre ragioni. Attenzione, però, prima dovete pagare la tassa sui tartassati («Sono tassati con 24 euro per atto anche i ricorsi, opposizioni e altri atti difensivi presentati per via telematica alle Commissioni tributarie»).

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