Last week, next week 22/99

Last week, next week

Carlo Scognamiglio Fra le cose che uno non avrebbe mai pensato possibili c’è quella di apprezzare l’operato di Carlo Scognamiglio: anche perché il professore, generalmente parlando, ha operato assai poco. Ha sempre puntato più sulla sua bella presenza che su un instancabile impegno. Così ce lo si ricorda presidente del Senato, attento a non disturbare il presidente della Repubblica e i funzionari di Palazzo Madama che operavano al suo posto. Anche alla Difesa aveva cominciato con il solito andazzo, spiegando al segretario della Difesa americano che non aveva proprio voglia di mettersi a litigare con una maggioranza piena di ex-post-neo comunisti per dimostrare fedeltà atlantica. Poi, durante il conflitto del Kosovo, si è man mano sempre più esposto fino a riequilibrare il ruolo del ministro degli Esteri Lamberto Dini. Forse è un miracolo di San Francesco Cossiga.

Silvio Berlusconi Ah! Quanto è poco europeo, Silvio Berlusconi. Glielo cantano in coro Giorgio Napolitano e Walter Veltroni: il primo anche in inglese, il secondo non lo ha ancora imparato bene (lo studia solo da quindici anni). Parla di tasse invece che di Europa: cosa c’entrano le tasse? Sì, certo, metà degli economisti di tutto il mondo dicono che se non si tagliano le tasse l’Europa non riparte. Ma volete mettere come ne parlano gli economisti e come ne parla Berlusconi. Dice che se la maggioranza del centro-sinistra, già nata da trasformismi parlamentari senza quel mandato elettorale che usa in sistemi bipolari, non raggiunge il 40 per cento e il centrodestra, invece, lo sorpassa, sarebbe bene sciogliere il Parlamento. Che pretese poco europee: legare la sorte degli esecutivi ai desideri bizzarri del popolino e non alle splendide manovre da giocare nei luoghi chiusi delle elite politiche. Che mancanza di europeismo.

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