La Tunisia è il primo paese musulmano a introdurre le quote rosa

Tutti i 155 membri del Parlamento provvisorio hanno votato a favore del provvedimento. I partiti tunisini dovranno avere un identico numero di candidati maschi e femmine alle elezioni del 24 luglio prossimo. Dovranno essere disposti "a cremagliera", cioè alternati. Favorevoli anche gli islamisti di Ennhada

È la prima volta che succede in un paese musulmano: il 24 luglio prossimo le elezioni del nuovo Parlamento-assemblea costituente in Tunisia vedranno concorrere liste caratterizzate da una rigorosa parità numerica fra i sessi. Lo ha deciso l’Alta istanza per la realizzazione degli obiettivi della rivoluzione, una sorta di parlamento ad interim che sostituisce quello dissolto frutto delle elezioni politiche del 2009, svoltesi al tempo del regime di Ben Ali.

Tutti i 155 membri dell’istituzione hanno votato a favore, compresi gli islamisti di Ennhada, che alla fine come tutti si sono alzati in piedi e hanno sonoramente applaudito la decisione. Unico voto con riserva è stato quello di Zuhur Kurda, un’economista donna che ha obiettato che molte delle candidate imposte per legge finiranno per svolgere un ruolo puramente decorativo.
 
Dunque i partiti che si presenteranno alle urne (finora ne sono stati legalizzati più di 90) dovranno avere un identico numero di candidati maschi e femmine, disposti nella lista “a cremagliera”, cioè alternati in modo tale che la progressione dei seggi conquistati comporti automaticamente l’ingresso di un numero identico di uomini o di donne, o al massimo con uno scarto di un’unità. Non sono infatti previsti voti di preferenza. Tuttavia l’alto numero di partiti partecipanti e il sistema proporzionale con riparto dei resti fra le liste minori adottato finiranno per produrre un’assemblea costituzionale dove i maschi saranno in maggioranza: è verosimile che i partiti minori, destinati a conquistare un solo seggio, presenteranno come capolista degli uomini.

L’Alta istanza ha anche deciso, stavolta però non all’unanimità, che non potranno concorrere alle elezioni tutti coloro che sono stati ministri nei governi del vecchio regime (1987-2011). All’inizio la norma doveva applicarsi solo ai ministri dell’ultimo decennio, ma gli islamisti di Ennhada hanno ottenuto l’ampliamento della norma. Il provvedimento è passato con 111 voti a favore e 34 contro. La Tunisia, insieme al Libano, da sempre è il paese arabo che garantisce la maggiore uguaglianza legale fra uomo e donna. Lo statuto personale del 1957 ha abolito la poligamia e il ripudio. Nel vecchio parlamento il 25 per cento dei seggi era per legge riservato alle donne.

Exit mobile version