La sinistra in tutta Europa promuove il nucleare

Le uniche eccezioni sono la Germania, che intanto continua a usare l'atomo, e l'Italia con Bersani che assicura: «Siamo e saremo sempre contrari al piano nucleare del governo». Ma a mollare la fruttuosa fonte di energia i partiti di sinistra di Francia, Spagna, Belgio, Svezia e Regno Unito non ci pensano proprio. Analisi caso per caso

«Siamo stati, siamo e saremo sempre contrari al piano nucleare del governo […]. In Italia quella del nucleare sarebbe un’avventura senza senso». Con queste e altre dichiarazioni Pier Luigi Bersani ha posizionato il Pd contro il ritorno dell’energia atomica in Italia e a sostegno del referendum contro il nucleare voluto da Idv e Sel, che si terrà in giugno.

Eppure, in Europa, soltanto in Germania i partiti di sinistra sono contrari al nucleare. Socialisti, socialdemocratici e laburisti a mollare l’atomo non ci pensano proprio in paesi come Francia (76,2% dell’energia elettrica generata dal nucleare), Belgio (53,8%), Svezia (42%), Regno Unito (20%), Spagna (18,3%), ecc.

In Francia il partito ecologista, all’indomani della catastrofe di Fukushima, ha dichiarato che subordina la sua alleanza coi socialisti nelle prossime elezioni del 2012 all’impegno a svolgere un referendum popolare sui temi del nucleare. «Penso che ci voglia una pausa di decenza e di rispetto», ha commentato seccata Segolene Royal, la più radicale degli esponenti socialisti favorevoli al ridimensionamento del nucleare in Francia: la sua proposta è di abbassare al 50 per cento la quota di energia elettrica prodotta dal nucleare. Il portavoce del Partito socialista, Benoît Hamon, si è detto favorevole alla revisione delle centrali francesi, ma ha ribadito che il partito è contrario all’abbandono del nucleare.

In Spagna Jose Luis Rodriguez Zapatero, che andò al potere nel 2004 col programma di spegnere i reattori, il mese scorso ha posto le basi di una decisione che permetterà di allungare la vita di quelle esistenti oltre i 40 anni di durata per i quali erano stati progettati! Il parlamento dibatterà prossimamente il tema del nucleare, ma per incrementare la sua sicurezza, non per mettere in discussione il suo futuro. Una mozione presentata dai gruppi di estrema sinistra per la valorizzazione delle energie alternative in opposizione al nucleare è stata respinta coi voti di tutti gli altri partiti, a cominciare da quelli del Psoe e del Pp.

In Belgio nel 2003 socialisti ed ecologisti avevano ottenuto l’impegno del governo a spegnare le tre centrali attive nel paese entro il 2015. Nel 2009 i socialisti insieme ai partiti di centro hanno votato un provvedimento che va esattamente in senso opposto: il prolungamento di altri 10 anni dell’attività delle vecchie centrali.

Nel Regno Unito l’allora ministro dell’Energia Ed Miliband presentò nel novembre 2009 il piano del governo laburista di Gordon Brown per una nuova generazione di reattori nucleari, che sarebbero stati installati in ben 11 siti. Spesso la lobby antinucleare britannica ha fatto notare che esponenti laburisti lavorano per l’industria dell’atomo: Brian Wilson, ex ministro laburista dell’energia, è direttore non esecutivo di Amec Nuclear, cliente di Bnfl, l’operatore di proprietà statale che gestisce i reattori. Il gigante francese dell’energia EDF, che gestisce 58 reattori nucleari in Francia, si è proposto per la nuova generazione di reattori britannici. Il fratello dell’ex primo ministro Gordon Brown, Andrew, è il capo dell’ufficio stampa di Edf nel Regno Unito.

L’unica sinistra europea impegnata nella dismissione del nucleare pare essere quella tedesca. Nel 2002 la coalizione rosso-verde presieduta da Gerhard Schroeder aveva deciso di arrestare l’attività delle 17 centrali nucleari tedesche entro il 2020; il governo di Angela Merkel ha deciso di prorogare le loro vita di 12 anni supplementari, non essendo nel frattempo progredite come si sperava le energie alternative. Intanto Schroeder è diventato un alto dirigente di Gazprom, gigante russo del gas.

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