La settimana (che verrà) della ripresa politica

Settimana

Ventagli Prima delle ferie i presidenti di Camera e Senato avevano ammesso davanti alla stampa che la politica italiana era rimandata a settembre su molte materie. Così Nicola Mancino, confessava ai primi di agosto: “Abbiamo sfornato molte leggi, finanche troppe ma non quelle più necessarie, le riforme istituzionali”. Gli faceva eco Luciano Violante. “Ma questo non basterebbe senza una norma che garantisca la stabilità dei governi. Occorre scegliere fra ‘sfiducia costruttiva’ – se si apre la crisi bisogna già indicare una nuova maggioranza – e una norma ‘antiribaltone’, ossia si va al voto se salta la maggioranza venuta fuori dalle urne”.

Pentiti Dalla prossima settimana il parlamento tornerà ad affrontare la questione delle nuove norme da inserire in Costituzione per garantire reale parità di diritti fra accusa e difesa in ogni stadio del processo. Qui il nodo è costituito dal rilievo da dare alle dichiarazioni, prive di riscontro, dei pentiti. Discussione aperta, soluzione lontana.

Parità scolastica?

La norma approvata dal Senato (800 miliardi in tre anni come borse di studio per le famiglie che non superano i trenta milioni di reddito) arriverà alla Camera. Lì qualcuno proverà a fare questo ragionamento: “ma come è possibile che una famiglia che guadagna meno di trenta milioni l’anno trovi i soldi per pagare la retta a suo figlio?”, per arrivare a concludere che una normativa siffatta finisce per finanziare (pochissimo) solo le famiglie della scuola statale.

Emittenti Tv “Non vogliamo lasciare Berlusconi a digiuno, solo somministrargli una piccola dieta”: così il ministro delle Comunicazioni, Salvatore Cardinale (Udeur) spiegava il maxiemendamento al “1138” approvato dal governo, per il riordino dell’emittenza, nel quale fra l’altro vengono indicati i limiti all’“affollamento” pubblicitario. La materia sarà in discussione al Senato. Polemiche anche per la temporanea autorizzazione a “Retequattro” e il via libera a una emittente vicina ai Ds (Tele Europa). Entro il 2001 Retequattro dovrebbe passare sul satellite, insieme a Tele+ “nero”.

Par condicio È stato il botto finale prima di mandare gli onorevoli sotto l’ombrellone. Un disegno di legge del governo prevederà lo “stop agli spot” a un mese dalla campagna elettorale. L’obiettivo, naturalmente, è arginare Berlusconi alle Regionali della prossima primavera. Anche su questo provvedimento nelle prossime settimane si prevedono scintille a Montecitorio e a palazzo Madama. Secondo Enrico La Loggia (Fi) “fosse per le sinistre, eviterebbero del tutto la campagna elettorale”.

Pensioni “È più di sinistra occuparsi di chi ha un lavoro, e considerare i suoi diritti intoccabili, o occuparsi di chi un lavoro non ce l’ha, arrivando a un riordino del Welfare?”. Che bello ascoltare D’Alema porsi questi scottanti interrogativi, dopo che per anni la sinistra si è crogiolata nel facilissimo sport di chiedere tutto per tutti. Ma i sindacati hanno la memoria lunga e, dunque, non sembrano disposti a seguire il leader Massimo, ricordandogli che su questo punto hanno fatto cadere Berlusconi, mentre a Dini concessero una mini-riforma in cambio della promessa che di pensioni non se ne sarebbe parlato fino al 2001. La parola d’ordine di settembre è: “concertazione”. Ma Cofferati non ci sente.

Sesso Costituzionale La Costituzione e le altre leggi ci avevano abituato a considerare vietate le discriminazioni di razza, lingua, religione, nazionalità e sesso. Antiquati! Ora la dizione “sesso” verrà sostituita da “orientamento sessuale”, dove per orientamento sessuale si definirà per esteso: “il complesso di concezioni, sensibilità, preferenze sessuali, e relativi comportamenti di persone eterosessuali, omosessuali, bisessuali, transessuali o per le quali comunque non vi sia corrispondenza tra identità di genere e sesso anagrafico”. Questa la definizione all’esame della Commissione Affari Costituzionali del Senato, che arriverà in aula in autunno.

Cooperazione Passata in Commissione esteri, arriverà in aula a Palazzo Madama, per poi passare alla Camera, il disegno di legge sulla riforma della legge “49”, atteso da tempo da parte delle organizzazioni non governative. Per intanto i rubinetti del governo, su tutto il capitolo, restano chiusi e sigillati.

Referendum Sono venti scommesse (18 di Pannella e 2 di Segni) basate sulla inconcludenza del Parlamento. Tagli alla quota proporzionale, ai poteri del sindacato, e quant’altro. Il “Pierino” di corte non rinuncia a fare la spola fra il Palazzo e la “ggente” che firmando firmando gli dà più potere contrattuale. D’altronde è chiaro: i bizantinismi della nostra politica producono i Pannella. E, purtroppo, lasciano pure i Segni.

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