La rosa dei Tempi

L’islamico che rifiuta l’avvocato donna
Jadid è stato arrestato a Varese per aver borseggiato un suo connazionale in un supermercato. Jadid, marocchino, 21 anni, da dieci in Italia clandestinamente, è stato condannato a tre anni e otto mesi di reclusione. Ma, durante l’udienza, ha ottenuto di sfiduciare l’avvocato d’ufficio che gli era stato assegnato. «Io mi fido solo degli uomini» ha detto, rifiutando così in diretta di farsi difendere dall’avvocatessa Alessandra Medde. Recriminazione accolta e cambio di legale fino alla condanna.
A un passo dalla sharia Se il caso farà scuola, fra le pareti dei tribunali dovremo aspettarci di tutto: avvocati sfiduciati perché non indossano la kefiah, testimoni rinnegati perché non giurano sul Corano, dimafonisti non accettati perché non sbobinano in arabo, giurie ripudiate perché composte da uomini in kippah, giudici disconosciuti perché restii a prostrarsi verso la Mecca. Esagerazioni? Pensateci: la realtà ha già di gran lunga superato la fantasia quella volta che a Milano dei terroristi sono stati definiti «resistenti».

Le radici dell’Europa
Sabato 21 ottobre alle 14.30 al Centro Congressi Fondazione Cariplo di via Romagnosi a Milano si apriranno le porte dell’incontro promosso da Alleanza cattolica “Europa. Riscopri le tue origini, ravviva le tue radici”. Interverranno, oltre al fondatore di Alleanza cattolica Giovanni Cantoni, il vicepresidente dell’Europarlamento Mario Mauro (Fi), Alfredo Mantovano (An), Gaetano Quagliariello (Fi), il banchiere cattolico Ettore Gotti Tedeschi e Massimo Introvigne del Cesnur.
Ricostituente Meno male che ci pensa Alleanza cattolica a ricordare quali sono le origini del nostro continente. E meno male che lo fa ritornando, nel titolo dell’incontro, alle parole di Giovanni Paolo II: «Ripeto a te, Europa. Ritorna te stessa. Riscopri le tue origini. Ravviva le tue radici». Linea guida per i temi svolti sono due libri: Magna Europa di Cantoni e Pappalardo e Il dramma dell’Europa senza Cristo di Introvigne. Occhio perché il seminario tenuto sul tema da Cantoni è stato pensato per essere portato in giro per l’Italia: fateci un pensierino.

Alitalia in rotta su Roma
A fronte della crisi Alitalia (500 mila euro persi ogni giorno), l’Unione offre ricette al paese attraverso i suoi esponenti più lungimiranti. Per il vicepremier Francesco Rutelli «Malpensa è il tallone d’Achille di Alitalia», mentre per Ugo Boghetta, responsabile trasporti di Rifondazione comunista, occorre «ripensare le alleanze guardando a Oriente e adeguare le politiche verso il Medio Oriente». Netto anche il giudizio di Mauro Rossi, segretario generale della Filt Cgil, per il quale «la via più naturale è consolidare Fiumicino».
Potemkin Come dice Rutelli, Malpensa è il tallone d’Achille di Alitalia: che sarà mai un incrementuccio di passeggeri del 402,6 per cento negli ultimi 7 anni? E poi dice giusto il Prc: perché buttare i soldi congestionando rotte inutili come Milano-Londra? Non sarebbe forse meglio rafforzare la mitica Roma-Baghdad? E a proposito di consolidamento, poi, come non dare ragione al buon Rossi: con 19 dipendenti su 20 residenti nel Lazio, le tessere del sindacato a Fiumicino si consolidano che è una meraviglia.

Milano nell’obiettivo
“. percosso da novo crescente romor”. È questo il titolo della mostra fotografica sul capoluogo lombardo realizzata dal Centro Culturale di Milano, 120 immagini di Walter Ricardo Francone, Alessandro Tosatto, Silvia Morara, a cura di Camillo Fornasieri e Giovanni Chiaramonte, in esposizione fino al 10 novembre presso la sede del Centro in via Zebedia 10. Per raccontare in immagini una città dove il cristianesimo è ancora oggi intraprendenza, accoglienza e valorizzazione del tentativo di tutti. Catalogo edizioni Cusl.
In cantiere «In un momento di rinnovamento e riflessione – scrive nell’introduzione al catalogo di presentazione dell’evento Camillo Fornasieri, direttore del Cmc – percepiamo il preannuncio di qualcosa, di un futuro complesso o, come allude il Manzoni, di popoli alle porte; ma esso può essere anche “il bisbiglio che già viene” di cui parlava un altro lombardo, Clemente Rebora: il bisbiglio dell’accadere del reale nel suo quotidiano rumore di bellezza e di prova, sotto l’urgenza di ritrovare il gusto del vivere e l’unità della vita».

Marco Damilano, “Il partito di Dio”
Dal Gay Pride che nel 2000 sfilò sotto il naso dei vescovi riuniti a Roma per il giubileo alla bagarre intorno alla legge 40, Damilano ricostruisce (anche con digressioni storiche) l’avvento di quello che lui chiama, appunto, “il partito di Dio”, cioè dei cattolici che non votano Prodi. Una cosa si capisce: il cattivo è Ruini. Invece il buono che alla fine trionferà leggendo Repubblica non l’abbiamo trovato. Un fatto è che l’unico nome che nel libro si contrappone a quello di Ruini è Romano Prodi.
Prolisso Il libro, anziché stroncarlo, ve l’avremmo anche consigliato, se solo non fosse per tutti quegli aggettivi. Senza gli aggettivi, infatti: a) sarebbe alto la metà e costerebbe di conseguenza, disboscando porzioni minori di Amazzonia; b) ci avremmo impiegato di meno a contare quante volte è citato Luigi Amicone (due ci pare, ma non garantiamo: le ultime pagine le abbiamo lette sorvolando sugli aggettivi, e Amicone oltre che un cognome è anche un aggettivo); c) il libro sarebbe una buona ricostruzione di come di recente la Chiesa sia tornata a sentirsi se stessa anche senza leggere i damilani che l’assediano.

Il fu repubblicones
«Giuseppe, l’altra sera da Romeo mi spronasti alla lettura dell’ultimo Micromega e ho adempiuto con la sodalità di sempre. D’improvviso ti sei dovuto allontanare e non hai potuto farmi tenere la promessa Ciaccona Bach-Busch. Me la procurerò per pensarti di più. So che non puoi tornare ma so anche che starai sempre accanto a Marialina, a Clara e Stefano che ti baciavano tutte le sere prima del sonno, a tua madre. Sta accanto anche a me fino alla fine. Ne ho bisogno, credimi. Zio Giuseppe». Necrologio, Corriere della Sera, 13 ottobre 2006.
Fedelissimo La superiorità morale dell’uomo di sinistra la si vede anche nel momento dell’estremo saluto. Che non ci sia trapasso senza lettura edificante, che non si muova foglia che Micromega non voglia. Restano solo da appurare le cause delle morte del Giuseppe e di quali argomenti abbia trattato con lo zio prima di lasciare codesta valle di lacrime. Noi un’idea ce l’avremmo, ma poi saremmo costretti a scrivere che – probabilmente – Micromega porta sfiga. E naturalmente questo noi non vogliamo né pensarlo né scriverlo.

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