La rosa dei Tempi

La sceneggiata della Turco
I neonatologi e i ginecologi di quattro atenei romani, due “laici” (La Sapienza, Tor Vergata) e due “cattolici” (Gemelli, Campus Biomedico) hanno firmato un documento nel quale sostengono che «un neonato vitale in estrema prematurità va trattato come qualsiasi persona in condizioni di rischio ed assistito adeguatamente», a prescindere dalla sua età e anche se non c’è l’accordo dei genitori. Si è scatenata la polemica e il ministro  della Salute Livia Turco ha detto che «è una crudeltà insensata rianimare senza il consenso della madre».
assurda Dai giornali veniamo a sapere che la Turco ha parlato della questione con A. Kustermann (vedi sotto) e che tra i firmatari del documento c’è anche chi fa parte di una commissione da lei stessa incaricata di dare un parere sulla questione. Che, infatti, coincide con quello dei professori romani. Allora perché la Turco si arrabbia? Perché fa la sceneggiata? Perché dice “la 194 non si tocca”, se è la stessa 194 a imporre di aiutare il feto se è vitale, anche senza il consenso dei genitori? Ma la Turco ha capito cosa le ha detto la Kustermann?

Kustermann e la resa dei laici
All’Unità la ginecologa della Mangiagalli Alessandra Kustermann, a proposito della polemica sulla rianimazione dei feti vitali, ha ricordato che la rianimazione va fatta, perché così lo impone non santa romana Chiesa ma «il codice deontologico, la Costituzione e la stessa 194. Così recita l’art. 7 della legge. Il limite per praticarlo dipende dall’epoca in cui il feto raggiunge la possibilità di vita autonoma. Oggi quindi «non lo si può fare oltre la ventiduesima settimana e tre giorni».
razionale La Kustermann è pro 194, di sinistra, pro Ru486, non proprio una bigotta cresciuta all’ombra dei campanili. Eppure sul tema è al 100 per cento d’accordo col ciellino Formigoni; eppure ritiene che il documento dei ginecologi romani è «opportuno» e che «non è un attacco alla 194». E su chi stia sbagliando sulle polemiche sull’aborto dice: «I laici. Lasciano la palma della vita ai cattolici». Forse però all’Unità non leggono le interviste che essi stessi fanno. Infatti, lo stesso giorno, titolano in prima pagina: “Il Papa attacca le donne”.

Veronesi vede un complotto della Chiesa cattolica
L’ex ministro ed oncologo Umberto Veronesi (un uomo che ha fatto tanto per le tette delle donne) ha detto all’Unità: «Mi sembra si voglia fare un grande polverone. Che c’entrano le nascite dei prematuri con l’aborto?». Poi, però, un po’ di polvere l’ha sollevata anche lui: prima ha dato ragione ai ginecologi romani che vogliono rianimare il feto anche senza il consenso dei genitori, poi ha insultato la Chiesa che, a suo dire, ha organizzato un insensato attacco all’aborto, «e così facendo perde credibilità».
verboso Veronesi fa il finto tonto per due ragioni. Primo: prematuri e aborto c’entrano perché oggi si discute fino a che epoca è possibile fare un aborto terapeutico. La 194 non fissa una data, e oggi si pone come limite la 24esima settimana. I progressi medici dicono invece che il limite si potrebbe portare alla 22esima – 23esima. Secondo: se la donna chiede l’aborto ma ci si accorge che il feto ha già superato le 22 settimane, ed è vitale, bisogna farlo nascere per legge. Veronesi, ora le è più chiaro? Se non capisce ne va della sua credibilità.

L’illuminista Caffarra libera la ragione
Grande intervista al cardinale di Bologna Carlo Caffarra apparsa sul Foglio il 3 febbraio (“Se fossimo illuministi diremmo no all’aborto”). Sua eminenza spiega la «dignità culturale» della moratoria lanciata dal quotidiano diretto da Giuliano Ferrara. E lo fa parlando di logica, di ragione, di illuminismo, perfino di sesso («La sessualità ha cessato di essere una cosa seria, un caso serio della vita, per trasformarsi in un gioco», perché ha separato «l’eros e l’amore»). E ribadisce che la verà libertà per una donna non è «abortire», ma «non abortire».
da leggere L’intervista è tutta da leggere. Citazioni tratte dalle scritture e dalla letteratura laica, rimandi a episodi vissuti in prima persona dal cardinale, e l’idea forte che «nella post modernità i diritti fondamentali delle persone si sono affrancati dall’eredità illuministica» perché «non ci sono più diritti che precedono le diversità, ma solo diritti delle diversità». Per questo occorre tornare alla sfida lanciata da Benedetto XVI: «No all’aborto entro i limiti della sola ragione, ma a patto che la ragione si liberi dei limiti che si è imposta».

La mamma ha messo incinta la mamma
L’équipe inglese della Newcastle Upon Tyne University ha trasformato cellule staminali femminili del midollo osseo in spermatozoi. Per Karim Nayernia, responsabile del gruppo, «tra cinque anni sarà possibile la riproduzione omossessuale». I topi su cui sono stati condotti gli esperimenti, però, stanno molto male ed infiniti sono i dubbi etici di una riproduzione senza padri. Edoardo Boncinelli sul Corriere scrive che la scoperta è «un grande incremento di libertà», anche se «solleva qualche problema sociale difficile da ignorare».
maschi addio In effetti qualche problemino ci sarebbe in un Mondo Nuovo senza maschietti. Anche se il futuro prospettato da Nayernia è probabilmente lontano (di solito, questi proclami sono baggianate per raggranellare fondi), rimane il fatto culturale di una società che, come ha detto il cardinale Caffarra al Foglio, ha ormai separato la capacità procreativa da quella unitiva. «Come dicono gli inglesi: “From sex without babies to babies without sex”. A questo punto il percorso è finito. Ma cosa ci troviamo nelle mani?».

Un elefante nella cristalleria delle giustificazioni laiciste
Tutto è iniziato con una provocazione. Mentre i giornali italiani si spellavano le mani per applaudire Marco Pannella e soci radicali per la moratoria sulla pena di morte, a Giuliano Ferrara è venuta un’idea in contropiede: facciamo una moratoria sull’aborto. Quindi una dieta liquida natalizia raccontata via blog, pagine e pagine di lettere di adesioni e racconti, un testo inviato all’Onu per chiedere che nella dichiarazione universale dei Diritti dell’uomo sia inserito l’inciso «dal concepimento fino alla morte naturale».
arcano I laicisti non sanno spiegarsi cosa sia successo a Ferrara. Pur di non fare i conti con quel che dice e scrive lo attaccano sostenendo che si è convertito e che bacia le sottane ai preti. Ma perché lo ha fatto? Quale oscuro complotto ha ordito la mano della sua moratoria? Cosa c’è dietro questa battaglia culturale? Tempi è in grado di rivelarlo. Anzi è lo stesso Ferrara che l’ha scritto e raccontato (per esempio, al teatro di Monza il 2 febbraio) in giro senza che i giornali lo registrassero: «Sapete perché? Perché sono un essere umano».

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