La rosa dei Tempi

Un impegno urgente: la lotta al caldo
Walter Veltroni ha spiegato nel suo discorso al Lingotto che «i cambiamenti del clima sono ormai un drammatico dato di fatto: fermarli non è solo un dovere etico verso le future generazioni, è un interesse tremendamente concreto di noi contemporanei. In cima alle priorità della politica e dell’azione pubblica deve stare il futuro ambientale del nostro paese e dell’intero pianeta. Affrontare i cambiamenti climatici». Per questo, Veltroni ha dichiarato che sarà una priorità del Pd quella di attuare una decisa «lotta al caldo».
Afoso Lotta alla mafia? No, lotta al caldo. Sfida ai terroristi? No, sfida all’afa. Scontro sulle pensioni? No, scontro sulla canicola. Guerra alla criminalità organizzata? No, guerra al sudore. Battaglia ai privilegi? No, battaglia alla canotta appiccicaticcia. Zuffa sulle grandi opere? No, zuffa per stare all’ombra. Baruffa per il rifinanziamento delle missioni militari? No, baruffa per l’afrore ascellare sui tram. Battibecchi sull’embrione? No, battibecchi per le bruciature da spiaggia. Più che un partito, ‘sto Pd sembra una crema solare.

Il grande comunicatore
Scrive l’Unità: «Aeroporto di Fiumicino. L’aereo per Torino ritarda. Veltroni è in attesa circondato dai giornalisti. Vede i cronisti dell’Unità, Enrico Fierro e Bruno Miserendino. E incontra quelli che al nostro giornale lavoravano ai tempi in cui Walter era direttore. C’è Stefano Bocconetti (oggi Liberazione), Fabrizio Roncone (inviato al Corsera). Veltroni raduna il gruppetto e… “Avanti facciamo la riunione di redazione. Dov’è Angelo Melone (oggi Repubblica)? e Luciano Fontana (vicedirettore al Corsera)?».
Abile Quando i giornali non sanno come definire Veltroni, scrivono: «è un abile comunicatore». Sarà. Ma è un abile comunicatore o un abile capoufficio stampa? Ha ex dipendenti in tutti i giornali, pronti a tradurre in luce le sue opache dichiarazioni. Quello apre bocca e quelli ci ricamano sopra. Anni fa le agenzie riuscirono pure a sottolinearne la bontà di cuore quando diramò un comunicato in cui si rallegrava del ritrovamento di Fiocco, una cagnolina dispersa per Roma: «Veltroni: soddisfazione per il ritrovamento di Fiocco». Bau! Bau!

Le domande di Bersani
Secondo un retroscena apparso sulla Stampa, durante una telefonata il ministro Pierluigi Bersani avrebbe rivolto a Massimo D’Alema le seguenti parole: «Non si può sempre lisciare il pelo a tutti. E ora che facciamo con il Pd? Visto che non può mettere il bastone fra le ruote al governo, ci mettiamo a parlare per i prossimi mesi solo di don Milani e di Martin Luther King? I Ds come ci entrano in questo nuovo partito, al buio? Con quali contenuti?».
contenuti L’ansia di Bersani per trovare dei contenuti al Pd è fastidiosa. In realtà, Veltroni ha già preparato una serie di domande da porre ai democratici per trovare soluzioni condivise e utili per risolvere le emergenze italiane: a) Perché “separato” si scrive tutto insieme quando “tutto insieme” si scrive separato? b) Perché i virus, che non hanno sesso, ci fottono così tanto? c) Se Superman è così furbo, perché si mette gli slip sopra i pantaloni? d) Perché i negozi aperti 24 ore su 24 hanno la serratura? e) Non è che il Pd è un film già finito dopo i titoli di testa?

Da Cuccureddu a Zagrebelsky
Un tempo furono Mahatma Gandhi e i fratelli Kennedy (John e Bob), Martin Luther King e Edwige Fenech (nella doppia versione della Giovannona Coscialunga e dell’Ubalda nuda e calda), Cuccureddu e Amodio (gli introvabili delle figurine Panini allegate all’Unità). Al Lingotto Veltroni ha invece citato: Alcide De Gasperi, Carlo Azeglio Ciampi, Vittorio Foa, Olof Palme, Mario Draghi, Gustavo Zagrebelsky, Michele Salvati, Sergio Chiamparino, Pietro Scoppola, Giorgio Napolitano, Romano Prodi, Piero Fassino, Francesco Rutelli, Dario Franceschini, Giulia (la bambina che voleva andare in Africa).
pantheon Posto che, senz’altro, da un punto di vista strettamente politico, Cuccureddu non ha nulla da invidiare a Prodi e che, da un punto di vista altamente culturale, le cosce della Fenech poco si distanziano da quelle di Zagrebelski, certo qualcuno Walter se l’è dimenticato. In fondo l’aveva già fatto circa una anno fa il Corriere della Sera, quando disegnò a tutta pagina “L’albero del partito democratico”. A ogni fogliolina un nome, a ogni rametto un ruolo. Anche allora, come oggi, una sola (inavvertita?) mancanza. Un indizio? Inizia con M e finisce con assimo D’Alema.

Minuto per minuto
Chi avesse voluto una cronaca puntuale, minuziosa, dettagliata del Veltroni day doveva comprare Repubblica. Nove pagine nove di monumento cartaceo al nuovo leader che cominciavano con gli editoriali di Curzio Maltese («Aveva promesso risposte, non sogni ed è stato di parola») e Filippo Ceccarelli («Compare all’orizzonte la WalterSchaung, visione di una politica “lieve e ambiziosa”, che per nessuno come Veltroni si nutre di sobrietà, civiltà, reciproco riconoscimento, dialogo. Una politica morbida, mansueta, avvolgente»).
puntuale Il pezzo più bello su Repubblica l’ha scritto Alessandra Longo che ci ha informato che: a) Walter è uscito di casa alle 8. b) Nella valigia nera a tracolla aveva due cravatte. c) La moglie Flavia è rimasta a Roma perché non voleva farsi fotografare. d) Quando il padre è uscito, la figlia Martina dormiva ancora. e) Lavora con Muccino e la sera prima ha fatto tardi. f) I genitori sono stati in ansia finché non è rientrata. g) La secondogenita, Vittoria, era a Londra. h) Walter ha bevuto un caffè veloce sulla porta. i) Veltroni ha detto che il suo discorso sarebbe stato breve. l) Ha preso il volo AZ1421. m) Ha incontrato Fassino alla sala imbarchi. n) Si sono scambiati un “cinque” con le mani. o) Veltroni ha preso un altro caffè in aereo. Voi non ci crederete ma nel pezzo non si svela se, dove e a che ora Walter ha fatto la pipì.

CastorWalter e Luca Cordero di MontePolluce
Il presidente di Confindustria Luca Cordero di Montezemolo ha dichiarato di aver molto apprezzato il discorso del sindaco di Roma a Torino: «I temi di Veltroni al Lingotto sono esattamente i miei». Da par suo, Veltroni ha ribattuto: «Mi ha fatto molto piacere il suo apprezzamento. Luca è una persona che stimo e apprezzo». Alberto Statera su Repubblica li ha paragonati a Castore e Polluce, «i nuovi Dioscuri» fautori di un nuovo «dialogo che passa dal Nordest».
siamesi Se Veltroni dice che la Tav va fatta va bene, se lo dice Berlusconi no. Se Veltroni dice che i sindacati sono retaggio del passato va bene, se lo dice Berlusconi no. Se Veltroni dice che i dipendenti pubblici sono degli sfaticati va bene, se lo dice Berlusconi no. Se Veltroni dice che la sinistra non deve demonizzare i ricchi va bene, se lo dice Berlusconi no. Se Veltroni vuole una svolta presidenzialista va bene, se la vuole Berlusconi no. Quindi? Quindi ha ragione Vincino. Per Montezemolo «Veltroni è il Berlusconi di cui non ti devi vergognare».

I cattolici, i pomodori e la grandine
Secondo il teodem Luigi Bobba, ora Veltroni «dovrà fare delle scelte» e rivelare che cosa intende fare rispetto al «variegato mondo cattolico». Per ora, pare che l’unica presa di posizione netta sia infatti un “sì” convinto alla legge sulle coppie conviventi. Secondo Bobba, tra l’altro, i cattolici non sarebbero «pienamente rappresentati da Franceschini». Perplessa anche Rosy Bindi che ha notato nel suo discorso al Lingotto di Torino «poca attenzione ai temi cattolici». Beppe Fioroni pensa a un «fronte cattolico nel Pd».
zuppa Posto che qualunque nuovo leader del Pd non riuscirà mai ad essere più anticattolico del cattolico adulto, ci ha molto emozionato un brano di Repubblica che raccontava il popolo del Lingotto: «Il clima di attesa lo rappresenta suor Giuliana Galli, responsabile del volontariato al Cottolengo: “è come aver seminato i pomodori e vederli crescere. Tutti speriamo che non venga la grandine”». In fondo, chissenefrega di Gesù e del Family day, di scienza e di fede. L’importante è che se il pomodoro Veltroni non farà zuppa, sarà almeno pan bagnato.

Anche i Follini nel loro piccolo…
Non a tutti è piaciuto il discorso. Emanuele Macaluso: «Chi crede che a Torino sarà svelato l’ultimo mistero di Fatima è un illusionista di mestiere o un cretino dilettante». Gad Lerner: «Caro Walter ma non dovevi andare in Africa?». Michele Salvati: «Non ricordo in maniera precisa quale sia la sua posizione sui temi del riformismo in economia, ma so esattamente cosa pensano Bersani e Letta». Piero Sansonetti: «Pensioni, scalone, salari, non è roba per lui. Di politica non ne sa nulla».
pudore lessicale Fossimo in Veltroni non ci preoccuperemmo per queste critiche. Saremmo invece molto più in ansia per la dichiarazione di Marco Follini: «Il discorso di Veltroni era centrato e centrista, così centrista che non c’era bisogno di usare la parola “centro”, evitata per un residuo pudore lessicale». Che è appena appena un modo più carino di ribadire la stessa cosa che già a suo tempo constatarono Gino e Michele: «Ti ricordi i vecchi compagni che piangevano quando è morto Berlinguer? Adesso piangono perché è vivo Veltroni».

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