La rivoluzione del 5 per mille

In questi giorni nella sanità inglese vi è una grande novità. Si è introdotta la possibilità per i pazienti di scegliere di curarsi tra diverse strutture, pubbliche e private. Cosa avviene in Italia in questo campo?
La Finanziaria contiene una novità importante destinata ad attirare molta attenzione, sia per il contenuto che per le modalità di attuazione: il 5 per mille. Il contribuente potrà destinare direttamente una quota delle sue imposte a enti di volontariato, associazioni di promozione sociale, fondazioni, enti di ricerca, università, servizi sociali comunali. Un provvedimento del genere, se attuato, rappresenta una piccola rivoluzione. Oggi in Italia, solo teoricamente è possibile formarsi, istruirsi, curarsi presso strutture private, in particolare non profit, invece che presso strutture pubbliche.
Questo diritto rimane teorico perché il cittadino che scelga ad esempio strutture non profit deve pagare, oltre che le tasse, anche il prezzo pieno del servizio. Così finisce per pagare due volte. I più abbienti, possono permetterselo pagandolo con risorse ulteriori rispetto a quelle già prelevate dall’imposizione fiscale; i più poveri ne sono esclusi. Gli statalisti vogliono equità creando disuguaglianze ulteriori, anche perchè le strutture pubbliche a cui debbono rivolgersi i più poveri, operando senza la concorrenza stimolante del privato e del privato non profit, perdono efficienza ed efficacia
Finora, solo poche regioni (come per esempio la Lombardia) che hanno attuato sistemi di voucher e rimborsi e una legge fondamentale come la “Più dai, meno versi”, che ha ampliato la quota deducibile per le erogazioni liberali, sono andate in controtendenza. Il nuovo 5 per mille rappresenta invece una generale inversione di tendenza perché non stabilisce solo nuove “defiscalizzazioni” generiche, ma consente di destinare liberamente parte delle imposte a operatori non profit del welfare che si vogliano sostenere, in modo che possano erogare servizi alla portata finanziaria di tutti. Inoltre, il coinvolgimento della società civile nelle scelte di destinazione delle risorse pubbliche può essere un esempio di quella ripresa di responsabilità del popolo ritenuta fondamentale come fattore di cambiamento del Paese dal recente “Appello per l’Educazione”.
Perché tutto questo accada realmente, nei decreti di attuazione il 5 per mille dovrà essere strutturato secondo un doppio canale: destinazione generica alle grandi categorie dei soggetti beneficiari e destinazione specifica (ma solo per realtà non profit o Università) ad un determinato ente ritenuto meritorio. Perciò, anche se l’entrata da 5 per mille potrà non essere elevatissima (si stima una mobilitazione di risorse che va da 270 a 660 miliardil di euro), siamo di fronte a una cruciale inversione di logica che va verso la realizzazione di una reale sussidiarietà e di un rilancio virtuoso del settore del welfare.
*Presidente Fondazione per la Sussidiarietà

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