La prova del peccato originale

Il totalitarismo come pretesa di governare scientificamente il mondo e il respiro stesso degli uomini. L’ideologia che ha inventato la divisione in “destra” e “sinistra”e che ha in odio il cristianesimo. La pagina di un grande e dimenticato scrittore

Il totalitarismo è esclusivamente moderno perché nasce da una società in movimento; le sue radici storiche sono in quell’illuminismo settecentesco che sembra essere di esso la negazione in terminis.

Atteso che esista, e nessuno può negarlo, un divenire storico, i philosophes lo videro e lo descrissero come un processo evolutivo dalla barbarie alla civiltà, dalla religione e dalla poesia alla filosofia, dall’intuizione e dalla fantasia alla ragione e alla scienza.

Questo modello di una umanità in progresso, sia esso lineare o complicato da corsi e ricorsi storici, apparve così convincente e inconfutabile da confondersi con la natura stessa, anche se molti pretesero di distinguere nell’uomo e nella storia l’elemento della libertà, della creatività e della responsabilità. Apparve chiaro soprattutto che l’uomo, con le sole sue forze o magari aiutato da una provvidenza immanente, può pervenire a condizioni sempre più mature e umane, fino a poter sognare il raggiungimento, in questa terra, di una condizione perfetta, di un paradiso terrestre. L’utopismo moderno ha la propria origine nella negazione del peccato originale e della corrispondente grazia o salvezza. Il totalitarismo nasce qui: dalla convinzione che chi si oppone a questo presunto processo di liberazione dell’uomo è disonesto e ignorante. Nascono allora i “reazionari” e le “destre” (i termini destra e sinistra in senso politico sono contemporanei alla Rivoluzione francese, e trovano luogo nella Convenzione Nazionale),e non è meraviglia che gli oppositori di quelle ipotesi che pretendono conformarsi al senso della Storia sostituiscano i reprobi di cristiana memoria: con una differenza, che per i nuovi reprobi l’inferno sarà qui, per lo più sotto specie di solitudine e scherno,e, nei casi estremi, di annientamento fisico e spirituale. Se è vero dunque che 1’umanità è in movimento verso stadi più maturi e convenienti, emergeranno fatalmente le avanguardie che pretendono sforzare tutto e tutti verso così desiderabili traguardi: nascerà così la uniformità coatta e artificiale, pena la persecuzione, e l’uomo animale razionale verrà trasformato in animale sociale. Ciò necessariamente; finché si suppone che l’uomo abbia un’anima personale o partecipi di un’anima universale sarà chiaro che una parte di lui, la più importante, avrà un destino imprevedibile e socialmente ingovernabile.

Al totalitarismo politico, di origine illuministico-giacobina, collabora la scienza moderna, l’altro idolo di coloro che non hanno minimamente meditato sui suoi principi né sull’etero-genesi dei suoi fini.

La scienza moderna nasce con lo scopo di dominare la natura a utilità dell’uomo. Il fine conoscitivo è subordinato a quello pratico, e il modello matematico imposto alla fisica (Galileo) è il solo che possa servire, non certo il solo possibile e magari non il più desiderabile. Bacone e Cartesio sono espliciti in proposito: “sapere è potere”, “lo scopo della scienza è rendere l’uomo maitre et possesseur de la nature”, e del primo è da ricordare l’utopia della Nuova Atlantide, dove, fra le altre finezze, è ipotizzato il prolungamento indefinito della vita umana, del secondo è da ricordare il progetto di una Mathesis universalis che riduca ogni conoscenza al linguaggio del calcolo e della prevedibilità, nonché la parallela riduzione di ogni corpo a macchina. Sono questi i mezzi teorici per disporre al progresso sul piano pratico, ed è evidente che per tale nozione di progresso valgono le stesse critiche che valgono per il progressismo politico (illuministico-giacobino).

Il reazionario, infatti, è sempre antiscientifico, ed è comunque qualificabile come un irresponsabile che si oppone alle sicure conquiste dell’uomo. E’ vero che lo scientista non organizza campi di concentramento: ma che bisogno ne ha? La sua apparente tolleranza nasce dal fatto che egli si sente più forte, e di fatto lo è, del progressista politico impegnato nel mondo della storia e dunque sempre alle prese col “vecchio” uomo… In verità è comune allo scientista e al rivoluzionario lo schema di un mondo completamente dominato e dunque di una vita sociale integralmente artificiale e sottoposta alla coazione.

La libertà dell’uomo non è garantita né dalla politica né dalla scienza, ormai completamente schiava dell’ideale di creare un uomo nuovo, bensì dalla vita civile, ovvero da quell’humus inconsapevole, morbido, umido e in definitiva umano e religioso che protegge senza l’ideologia del conservare e inventa senza quella del distruggere, che fa apparentemente senza sapere, che sa contemplare e pregare.

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