LA MORATTI SI ARRENDE AI SINDACATI. E ALLA SCUOLA DELL’UNIONE (SOVIETICA)

Il responsabile scuola della Compagnia delle Opere non ha dubbi: «Peggio di così non poteva andare. I decreti Moratti-Sindacati-Alti Burocrati fanno tornare indietro di vent’anni la scuola. Sono da riscrivere. Da cima a fondo».
è arrabbiato perché il decreto attuativo sulla formazione e il reclutamento degli insegnanti mette in crisi le scuole paritarie?
No, sono arrabbiato perché prima di tutto è una jattura per le scuole statali. Perpetua il peggiore dei difetti del nostro sistema, cioè la certezza del posto a prescindere dalla capacità di insegnare. Leggetelo insieme all’ultima versione della legge sullo stato giuridico degli insegnanti, che affida le prove per gli avanzamenti di carriera alla trattativa con i sindacati. Avremo la riedizione del contratto dell”87: scatti di carriera grazie ai corsi di aggiornamento, pagati – profumatamente – ai sindacati che li organizzano. Professionalità verificata sul campo? Zero.
Ma il nuovo sistema seleziona solo ragazzi determinati a insegnare e dà loro una formazione specifica.
Seleziona ragazzi determinati ad avere un posto sicuro. E solo in lettere e filosofia, o lingue: vi immaginate uno studente di ingegneria, di legge, di economia che si preclude ogni altro sbocco scegliendo la laurea specialistica per l’insegnamento? Non avremo più un professore di elettronica, di ragioneria, di diritto. Altro che nuovo rapporto col mondo del lavoro. Quanto alla qualità della formazione, avete provato a intervistare qualcuno dei ragazzi che oggi frequentano le Ssis (che, tra parentesi, questo decreto dimentica totalmente: che fine fanno?)? Per quale miracolo le nuove lauree specialistiche dovrebbero essere meglio? Bisogna riscrivere il decreto da cima a fondo, separando nettamente l’acquisizione dell’abilitazione, che è una certificazione che lo Stato rilascia a chiunque voglia svolgere una professione di pubblica utilità, dall’immissione in ruolo. La laurea specialistica dà l’abilitazione; gli abilitati si iscrivono ai concorsi che le scuole bandiscono (e che devono prevedere un periodo di praticantato come prova del concorso – non dopo, come è oggi e anche nel nuovo decreto: una formalità): chi passa va in cattedra, chi no ritenta o cerca altro.
E le scuole paritarie?
Questo è l’unico sistema che salvaguarda anche loro, perché possono scegliere liberamente fra gli abilitati. Altrimenti sono destinate a scomparire. Sa qual è la cosa grottesca? Che, interpellati in merito, al ministero sono caduti dalle nuvole: «Questo decreto riguarda solo la scuola statale». Ma chi ha scritto il decreto, stabilendo che il numero degli abilitati sarà calcolato sul fabbisogno delle scuole statali maggiorato del 10 per cento, sa che oggi in Italia il 50 per cento delle scuole materne sono paritarie? Il 40 per cento che si ritroverà – è matematico – senza insegnanti che fa? Chiude?

Exit mobile version