La Messa a Chiomonte si farà. Ma per i cattoNoTav della Val di Susa è un «peccato»

Al cantiere della alta velocità di terrà una funzione religiosa, ma sarà celebrata da un sacerdote di Ravenna. Intanto i "Cattolici per la Vita della Valle" scrivono un comunicato

Oggi, Santa Barbara, protettrice dei minatori e di quanti lavorano con gli esplosivi, la Santa Messa al cantiere di Chiomonte si terrà. Non celebrata da un sacerdote della Diocesi di Susa, ma da un prete contattato a Ravenna dalla Cmc. Proprio la cooperativa aveva chiesto al parroco di Giaglione – e vicario del vescovo – don Daniele Giglioli di presiedere la tradizionale Eucaristia al cantiere in occasione della Patrona. Ricevendo un diniego. Un rifiuto figlio della prudenza, probabilmente, più che di un contrasto all’opera e a chi vi lavora.

È fatto noto che il mondo cattolico valligiano è diviso di fronte alla Torino-Lione. Una parte del laicato è organico o vicino al movimento antitreno. La lettura minimalista che proviene dagli ambienti della Curia, trova un contrasto nella nota dei “Cattolici per la Vita della Valle”, che attribuiscono un’altra lettura. Funzionale a trovarvi una conferma del loro dire ed agire. Scrivono, infatti, in un comunicato stampa: «Noi, Cattolici per la Vita della Valle – gruppo che fa parte del movimento NoTav  – abbiamo apprezzato le riserve di don Daniele Giglioli e in generale dei sacerdoti della Val di Susa che si sono rifiutati di celebrare la S. Messa all’interno del cantiere e di benedire “una galleria che non c’è”. Considerato il clima di tensione che aleggia sulla Valle, privo di tutti i sette doni dello Spirito Santo, crediamo che sia quantomeno inopportuno celebrare S. Messe all’interno delle reti di filo spinato». Ed ancora: «Su una terra coperta di bossoli di gas lacrimogeni CS, è inopportuno benedire un’opera come questa distruttrice dell’armonia del creato, che procurerà sicuramente danni alla salute tra la popolazione e fra gli stessi operai, inutile sperpero di soldi in questo periodo di crisi. Non pensiamo che i sacerdoti, a tutti i livelli, vogliano macchiarsi di questo peccato. Se gli operai del cantiere hanno il desiderio di incontrare Cristo nella S. Messa, che sia nel giorno di S. Barbara o in un altro momento, la si può preparare e quindi viverla tutti insieme in una chiesa della Valle».

Un clima che fa dire a Marco Rettighieri, direttore di Ltf, la società internazionale che gestisce l’appalto del cantiere, che «si rischia di creare un solco ideologico persino quando si affronta un tema solo ed esclusivamente religioso. Il vicario di Susa lo ha detto in modo esplicito: metà dei sacerdoti sono No Tav, l’altra metà ha paura di ritorsioni. In Val Susa c’è un clima di intimidazione». Anche per questo l’onorevole Giorgio Merlo (cattolico nel Pd) chiede «una spiegazione pubblica per evitare che la Chiesa si faccia portatrice, seppur inconsapevolmente, di una scelta di parte su un tema particolarmente delicato». Intanto la Messa si terrà, pur lontani dallo “Ut unum sint”.

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